Tra analcolici e diabete non c’è incompatibilità assoluta, ma è bene sapere scegliere che cosa bere e quando, perché queste bevande, anche se non contengono alcol, possono alterare l’equilibrio glicemico e calorico se assunte in quantità elevate e in situazioni inopportune.
I diabetologi raccomandano prudenza e moderazione, perché in generale -dai succhi di frutta alle aranciate- si tratta di bibite che spesso contengono alte percentuali di zuccheri e possono apportare calorie in eccesso: il problema nasce anche dal fatto che il loro consumo è difficile da controllare, essendo estremamente gradevoli, facili da mandare giù e disponibili pressoché ovunque (in qualsiasi bar, ma anche in tanti luoghi di lavoro nelle ormai diffuse “macchinette”). Non è difficile quindi prendere l’abitudine di berli spesso e senza la dovuta cautela.
Per chi ha il diabete, sia di tipo 1 sia di tipo 2, e deve tenere sotto sorveglianza la glicemia, il rischio è di subire impennate brusche del livello di glucosio nel sangue. Se si è in sovrappeso od obesi (come si riscontra spesso in chi ha il diabete di tipo 2) è necessario fare molta attenzione anche alle calorie, perché in questi soggetti si è probabilmente creata per lungo tempo una prevalenza delle calorie introdotte su quelle consumate, uno squilibrio che tipicamente genera chili di troppo e depositi di grasso. È bene ricordare che non è il fatto di essere diabetici che consiglia di moderare l’assunzione di calorie: infatti, un diabetico di peso normale ha lo stesso fabbisogno calorico giornaliero di una persona non diabetica. È il diabetico in sovrappeso (e che ha quindi necessità di ridurre questo fattore di rischio) a dover diminuire le calorie che introduce nell’organismo.
Come sempre, per tutte le scelte alimentari e terapeutiche, anche ragionando di analcolici e diabete e di che cosa bere per placare la sete e soddisfare il palato, bisogna tenere conto delle specificità del singolo individuo, del suo equilibrio glicemico generale, ma anche contingente, cioè di quante altre calorie e quanti altri zuccheri assume durante la giornata, di quanto esercizio fisico pratica eccetera.
Per una persona con diabete, meglio una spremuta di pompelmo di un’aranciata in bottiglia.
È comunque utile, per farsi un’idea di partenza, conoscere l’apporto calorico e il contenuto di zuccheri delle più comuni bevande analcoliche: dai dati che riportiamo qui sotto, si vede bene che, per una persona con diabete, un succo di frutta in bottiglia è più insidioso di una spremuta. Analcolici e diabete possono quindi andare d’accordo, ma a condizioni di assumerli con giudizio.
Succo di frutta in bottiglia: grammi di zucchero per litro 15; calorie per litro 60
Aranciata in bottiglia: grammi di zucchero per litro 12; calorie per litro 52
Coca cola e affini: grammi di zucchero per litro 10; calorie per litro 40
Gassosa e affini: grammi di zucchero per litro 10; calorie per litro 40
Spremuta d’arancia: grammi di zucchero per litro 6; calorie per litro 24
Spremuta di pompelmo: grammi di zucchero per litro 6; calorie per litro 24
Succo di pomodoro: grammi di zucchero per litro 4; calorie per litro 20
Moderazione e prudenza nell’assumere analcolici zuccherati sono da raccomandare non soltanto a chi ha il diabete, ma anche a chi non ce l’ha, perché il consumo incontrollato favorisce l’insorgere del diabete di tipo 2.
Che le bevande analcoliche zuccherate non debbano essere assunte alla leggera -né da chi è diabetico, né da chi non lo è, ma potrebbe sviluppare un diabete di tipo 2- è peraltro attestato da numerosi studi, a partire da alcuni importanti lavori condotti negli Stati Uniti, che hanno messo in evidenza il nesso tra la crescente diffusione dell’obesità e del diabete nella popolazione e il parallelo incremento del consumo di bevande e succhi di frutta zuccherati.
Anche in Europa recentemente si sono fatte ricerche sulla relazione possibile tra analcolici e diabete di tipo 2: di particolare autorevolezza è lo studio Epic (“European prospective investigation into cancer and nutrition” (che ha visto la partecipazione di otto Paesi europei).
Questo studio ha rilevato, dal 1991 al 2007, un numero di 12.400 nuovi casi di diabete e, ha valutato, analizzando questa ampia casistica, che l’aumento giornaliero del consumo di una sola lattina di bevanda zuccherata o di succo di frutta intero arricchito di zucchero comporta un aumento del rischio di sviluppare il diabete del 22%. Si ritiene che il maggior rischio sia legato all’aumento del peso corporeo dovuto a una introduzione extra di calorie e/o all’elevato indice glicemico degli zuccheri semplici con incremento della resistenza insulinica.
Per saperne di più
- Romaguera D, et al. Consumption of sweet beverages and type 2 diabetes incidence in European adults: results from EPIC-InterAct. Diabetologia 2013; DOI: 10.1007/s00125-013-2899-8.
- Fagherazzi G et al. Consumption of artificially and sugar-sweetened beverages and incident type 2 diabetes in the Etude Epidémiologique auprès des femmes de la Mutuelle générale de l’éducation nationale-European prospective investigation into cancer and nutrition cohort. Am J Clin Nutr 2013; 97: 517-23.