Preoccupa la diffusione costante dell’obesità nel mondo e anche in Italia, perché le persone in sovrappeso grave aumentano un po’ dappertutto, moltiplicando i rischi delle patologie associate, tra le quali vi è certamente il diabete di tipo 2.

Dati allarmanti in tutto il mondo sull’aumento dell’obesità, una condizione patologica strettamente correlata ad altre, a cominciare dal diabete di tipo 2.

Proprio recentemente un rapporto della Pan American Health Organization ha rilevato che nelle Americhe (cioè l’insieme di tutti i Paesi del continente, dal Canada agli Stati Uniti, all’America centrale, all’America Latina) i casi di diabete sono triplicati negli ultimi trent’anni.

Tra i fattori alla base della crescita, lo studio (pubblicato sul “British Medical Journal” a fine 2022) indica proprio obesità e sovrappeso, che, in quella vasta parte del mondo, riguardano i due terzi degli adulti e il 30% dei giovani (percentuale doppia rispetto alla media mondiale). Naturalmente, sullo sviluppo del diabete di tipo 2 pesano anche cattiva alimentazione e vita sedentaria, ma questi stili di vita sbagliati favoriscono a loro volta lo stesso sovrappeso.

Se nei Paesi americani il problema si sta aggravando, in Europa non c’è ragione di stare tranquilli, poiché si stima che il 53% dei cittadini sia in sovrappeso e siano 340mila le morti causate ogni anno dall’obesità. Secondo la World Obesity Federation (che promuove tutti gli anni la “Giornata mondiale dell’obesità”), nel mondo le persone che vivono questa condizione sono 800 milioni: moltissime.

Un problema serio anche in Italia

E neppure in Italia la situazione è migliore. Secondo i dati dell’Istituto superiore di Sanità, nel nostro Paese il 35,3% della popolazione adulta è in sovrappeso. Sono obesi l’11% dei 18-69enni e il 14% degli over 65. Particolarmente allarmante è il dato che riguarda i bambini fino a nove anni, perché ben il 29% di loro risulta sovrappeso.

Dei 25 milioni di persone obese o in sovrappeso stimate in Italia, molte hanno già il diabete di tipo 2 e molte altre rischiano di svilupparlo.

Come spiega Paolo Sbraccia (World Obesity Federation), l’obesità è una vera e propria patologia, a sua volta causa di altre patologie: “L’obesità è una malattia cronica multifattoriale che necessita di cure e trattamenti adeguati, è associata allo sviluppo di malattie croniche non trasmissibili come diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari, ipertensione, malattie del fegato e almeno 12 tipi di tumori. Nell’ultimo anno è stato osservato come l’eccesso di peso sia inoltre un fattore predittivo significativo dello sviluppo di complicanze, talvolta fatali, da Covid-19”.

Ai problemi di salute si associano poi quelli dei costi per il sistema sanitario. Si stima infatti che le problematiche legate al sovrappeso determinino il 9% della nostra spesa sanitaria e concorrano a ridurre il Pil del 2,8%, come ricorda Luca Busetto, co-chair Obesity Management Task Force della European Association for the Study of Obesity (Easo), secondo il quale “se non affrontiamo l’obesità, la spesa medica diverrà per noi insostenibile”.

L’Intergruppo Obesità e diabete

Un contributo istituzionale al contrasto di obesità e diabete si propone di darlo l'”Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete”, nato nel 2019 e presieduto da Roberto Pella e Daniela Sbrollini. Il suo impegno -spiega Pella- è quello di agire per affrontare il problema, agevolando il dialogo diretto tra le varie parti interessate (società scientifiche, associazioni dei pazienti, mondo della ricerca, industria), coinvolgendo anche Parlamento e Governo, sui temi strettamente legati dell’obesità e del diabete in Italia, allo scopo di “promuovere azioni mirate che possano bloccare la diffusione di queste due epidemie silenti e garantire cure e trattamenti adeguati ovunque sul territorio nazionale”.

Fa così il punto della situazione Daniela Sbrollini: “Tanto è stato fatto dal 2019 a oggi, ma molto c’è ancora da fare. Il 13 novembre del 2019 è stata approvata all’unanimità la Mozione sul riconoscimento dell’obesità come malattia cronica recidivante presso la Camera dei deputati, passo fondamentale di svolta per dare avvio a un piano nazionale di cura e prevenzione dedicato. Allo stesso tempo, sono stati fatti notevoli progressi anche nella tutela dei diritti di chi è affetto da diabete attraverso il “Manifesto dei diritti e dei doveri della persona con diabete”, che è stato aggiornato proprio nel 2019 in occasione del compimento del suo decennale”.

Inserire l’obesità nei Livelli essenziali di assistenza, i Lea

“Gli ultimi due anni -prosegue Sbrollini- oltre ad aver fatto emergere nettamente le disuguaglianze assistenziali, di presa in carico e di accesso alle cure delle singole Regioni, hanno rallentato la messa in atto di prestazioni e servizi inerenti all’obesità, come l’inserimento nei Livelli essenziali di assistenza  e il pieno accesso a cure e trattamenti farmacologici, e al diabete, in tema di miglioramento della collaborazione tra strutture diabetologiche e la medicina generale e di implementazione dei servizi di teleconsulti e teleassistenza”.

“Il nostro compito -è la conclusione- è riprendere da dove ci siamo interrotti, così da garantire alle persone con obesità e/o diabete gli stessi diritti delle persone sane. Per farlo siamo convinti che l’alleanza tra scienza e istituzioni e tutti i diversi livelli di governo sia fondamentale per ottenere un risultato efficace e sfruttare al meglio tutte le risorse disponibili”. (SV)

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