Le sigarette sono tra le cause del diabete: lo dimostra una lunga serie di studi sul rapporto tra fumo e rischio di diabete tipo 2. Per i fumatori il rischio di sviluppare la patologia è del 30-40% più alto rispetto ai non fumatori. Un’ottima ragione per cambiare stile di vita.

C’è relazione tra fumo e diabete: per chi fuma il rischio di diabete tipo 2 è del 30-40% più alto rispetto ai non fumatori.

Un rapporto dell’U.S. Department of Health & Human Services (The Health consequences of smoking – 50 years of smoking. A report of the surgeon general. 2014, U.S. Department of Health and Human Services. Public Health Service Office of the Surgeon General, Rockville, MD) afferma, con il supporto di dati molto solidi, che i fumatori hanno un rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 più elevato del 30-40% rispetto ai non fumatori. È questa la conclusione di una meta-analisi del 2007 alla quale si sono aggiunti 24 ulteriori studi prospettici per un numero complessivo di oltre 3,9 milioni di soggetti analizzati negli anni. I risultati dei vari studi sono stati aggiustati per una serie di fattori che potevano condurre a conclusioni errate come l’età, l’indice di massa corporea, le abitudini alimentari, l’attività fisica, il consumo di alcol, la storia familiare di diabete, il genere, l’origine etnica e il grado di educazione.

Il fumo è una causa del diabete di tipo 2

In altri termini, l’estensione e l’accuratezza dell’indagine consentono di stabilire per la prima volta, con un buon livello di certezza, che il fumo deve essere annoverato come una delle cause del diabete di tipo 2.

A confronto con i non fumatori, i fumatori presentano, in media, un rischio relativo di sviluppare il diabete maggiore del 37%. A ulteriore riprova del rapporto di causalità tra fumo e diabete, viene addotta l’esistenza di una precisa correlazione tra l’entità della abitudine al fumo e il rischio di diabete.

Infatti, l’aumento del rischio rispetto ai non fumatori è del 14% per chi ha smesso di fumare, del 25% per chi fuma da 0 a 15-20 sigarette al giorno e del 54% per un consumo giornaliero di sigarette superiore a 15-20. Il rischio di diabete ritorna al livello dei non fumatori dopo 12 anni dalla cessazione del fumo secondo uno studio e dopo 5 e 10 anni, rispettivamente nelle donne e negli uomini, secondo un altro studio.

I meccanismi biologici che possono collegare il fumo con l’insorgenza di diabete sono molteplici. Il fumo, pur determinando spesso una riduzione del peso corporeo, favorisce la comparsa di obesità addominale che, come è noto, è causa di resistenza insulinica e quindi di diabete. L’effetto può essere attribuito alle concentrazioni più elevate di cortisolo riscontrate nei fumatori. A riprova di ciò, è stato osservato in una ricerca, dopo l’interruzione del fumo, un aumento della sensibilità insulinica.

Il fumo fa aumentare la resistenza all’insulina

Il fumo è inoltre responsabile di un aumento dei marker infiammatori e dello stress ossidativo, entrambi responsabili di resistenza insulinica. Infine, indagini condotte nell’uomo e negli animali hanno dimostrato la presenza di recettori della nicotina nelle cellule beta pancreatiche, tanto da far ritenere che la nicotina possa ridurre, tramite i propri recettori, la liberazione di insulina. Studi sugli animali suggeriscono inoltre che l’esposizione prenatale o neonatale alla nicotina possa causare una disfunzione delle cellule beta fino a una vera e propria morte cellulare.

Cambiare stile di vita

I numerosi dati raccolti sono di una tale evidenza da indurre gli autori del rapporto ad affermare che la cessazione del fumo è il più importante degli interventi sullo stile di vita oggi invocati per la prevenzione del diabete nella popolazione in generale e, a maggior ragione, nei soggetti a rischio perché già considerati prediabetici.

Una obiezione frequente, quando si invita a interrompere il fumo, è che si rischia un aumento di peso. In realtà, questo rischio può essere evitato con una maggiore attenzione al consumo di carboidrati e all’attività fisica. Inoltre, è bene ricordare che, ai fini della prevenzione del diabete, ciò che più conta è l’obesità addominale, che, come abbiamo detto, è favorita proprio dal fumo.

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