Rafforzare i medici di famiglia è molto importante per dare una migliore assistenza e cura alle persone con diabete: innanzitutto, ciò è esplicitamente previsto dal Piano nazionale sul diabete e poi è noto che il medico di medicina generale oggi segue una gran parte dei pazienti, senza però poter disporre di tutte le risorse necessarie, a partire dalla possibilità di prescrivere tutti i farmaci per la terapia (nel caso dei medicinali innovativi, per esempio, la prescrizione è riservata al diabetologo, come ricordato anche qui sul nostro sito).
In un webinar di Diabete Italia e Motore Sanità esperti a confronto sull’importanza di rafforzare i medici di famiglia nell’ambito della assistenza e cura delle persone con diabete.
Al tema del ruolo del medico di base nel campo del diabete è stato dedicato il recente webinar (seminario virtuale), organizzato da Diabete Italia onlus e Motore Sanità, “Cura del diabete e mmg: un attore chiave del processo di cura con le armi spuntate”.
Dare più forza al medico di medicina generale nella cura del diabete rientrerebbe coerentemente in quella auspicata riorganizzazione del sistema sanitario che rivaluti la medicina territoriale, che si è rivelata oggi troppo debole sotto i colpi della pandemia.
Lo sottolinea il presidente dell’Associazione medici diabetologi, Paolo Di Bartolo: “La pandemia ha contribuito a palesare una criticità già nota a coloro che si occupano quotidianamente di diabete: il sistema sanitario italiano, tendenzialmente sbilanciato sulla presa in carico dell’acuto, si trova in difficoltà quando si tratta di organizzare un’assistenza efficiente sul territorio, e ancor più nel mettere a punto una continuità di cura sinergica tra territorio e ospedalità. Un problema nuovo, perché messo in luce dal Covid, ma la questione più annosa per gli addetti ai lavori”.
Di Bartolo (Amd): necessario realizzare “una vera rete assistenziale integrata, che tenga conto del pieno coinvolgimento dei mmg nella presa in carico delle persone con diabete, estendendo anche a questi ultimi la possibilità di prescrivere i farmaci per la terapia del diabete, accompagnando, infine, questa decisione con una non più prorogabile abolizione dei piani terapeutici”.
“Oggi più che mai -prosegue il presidente di Amd- è evidente la necessità di realizzare una vera rete assistenziale integrata che tenga conto del pieno coinvolgimento dei medici di medicina generale nella presa in carico delle persone con diabete, estendendo anche a questi ultimi la possibilità di prescrivere i farmaci per la terapia del diabete, accompagnando, infine, questa decisione con una non più prorogabile abolizione dei piani terapeutici” (su quest’ultimo tema si veda, sul nostro sito, qui).
“Una siffatta riorganizzazione dell’attuale modello di assistenza -conclude Di Bartolo- consentirebbe di realizzare una gestione davvero integrata della persona con diabete ove ogni nodo possa essere connesso grazie a una capillare digitalizzazione che garantisca una effettiva condivisione del dato e ove la telemedicina possa diventare parte del percorso assistenziale”.
Nervo (Diabete Italia): “Abbiamo bisogno della professionalità dei medici di medicina generale, che devono essere messi nelle condizioni di operare al meglio, con gli strumenti più opportuni per la gestione del paziente diabetico”.
Secondo Stefano Nervo, presidente di Diabete Italia, “la cura del diabete ha assoluto bisogno di un coordinamento assai efficiente tra ospedali e territorio. Dobbiamo migliorare l’aderenza alle terapie dei pazienti e contrastare l’inerzia terapeutica, utilizzando a pieno regime ogni farmaco e dispositivo oggi a disposizione. Per farlo abbiamo bisogno della professionalità dei medici di medicina generale, che devono essere messi nelle condizioni di operare al meglio, con gli strumenti più opportuni per la gestione del paziente diabetico, malato cronico. Non vogliamo medici eroi o pazienti privilegiati, non vogliamo discriminazioni o differenze tra una regione o l’altra: vogliamo un sistema equo, che garantisca la massima qualità e le migliori prestazioni a tutti i diabetici nell’intero territorio nazionale”.
La voce dei medici di famiglie è espressa da Gerardo Medea, responsabile nazionale della ricerca della Simg – Società italiana di medicina generale: “Il diabete mellito tipo 2 è una delle più importanti e complesse patologie croniche che devono essere gestite prevalentemente a livello territoriale. Il medico di medicina generale è fortemente coinvolto nella gestione delle persone con Dm2. Il Piano nazionale per la malattia diabetica prevede la presa in carico prevalente da parte dei mmg dei soggetti con malattia stabile e senza complicanze evolutive. Inoltre, i pazienti diabetici allettati in modo permanente o non autosufficienti e con gradi avanzati di disabilità, spesso con pluripatologie, sono necessariamente seguiti a domicilio solo dal loro mmg”.
Medea (Simg): “Necessario che sia immediatamente consentito anche ai medici di famiglia di poter utilizzare e prescrivere tutte le risorse terapeutiche disponibili per la buona cura del diabete”.
“Il compito dei medico di medicina generale -continua Medea- è reso assai complicato non soltanto dai carichi di lavoro, dalla complessità della patologia e dai rapidi mutamenti delle conoscenze scientifiche, ma anche dal fatto che, per alcuni dei numerosi farmaci ipoglicemizzanti a oggi disponibili, la prescrizione è condizionata dalla compilazione del piano terapeutico da parte dei diabetologi, nonostante il loro ottimo profilo di sicurezza e la dimostrata protezione cardiorenale sostenuta da solide evidenze scientifiche. Per cui succede che proprio la prima linea di difesa territoriale contro le temibili complicanze del diabete si trovi a combattere con armi scarse e inadeguate. Una situazione oramai insostenibile. Soprattutto in questo periodo in cui alcune malattie croniche costituiscono un potente fattore di rischio per Covid-19. È allora necessario che sia immediatamente consentito anche ai medici di famiglia di poter utilizzare e prescrivere tutte le risorse terapeutiche disponibili per la buona cura del diabete”.