La Idf, International diabetes federation, propone nuovi criteri per individuare e diagnosticare più rapidamente prediabete e diabete, fondati sui valori glicemici rilevati dopo la prima ora dopo il test della curva da carico (Ogtt, l’esame di misurazione della glicemia con somministrazione di glucosio che permette di stabilire se una persona ha o non ha il diabete).
Idf ha pubblicato un documento in cui propone di utilizzare nuovi criteri, più rapidi, basati sulla “minicurva da carico”, glicemia alla prima ora, per individuare prediabete e diabete e favorire così diagnosi precoci e interventi e trattamenti di prevenzione e cura più tempestivi.
Il documento si intitola “International Diabetes Federation Position Statement on the 1-hour post-load plasma glucose for the diagnosis of intermediate hyperglycaemia and type 2 diabetes” (autori Michael Bergman, Melania Manco, Ilhan Satman, Akhtar Hussain, Antonio Ceriello, Jaakko Tuomilehto e altri). Per approfondire si puà consulare il sito di “Diabetes research and clinical practice” qui.
Gli autori sottolineano che molti soggetti con “iperglicemia intermedia” (cioè alta, ma non ancora diagnosticabile come diabete), con elevati valori a digiuno (Ifg, impaired fasting glucose) o due ore dopo un carico orale di glucosio (Igt, impaired glucose tolerance), rischiano di sviluppare diabete di tipo 2 e complicanze correlate. D’altra parte, è noto che un intervento tempestivo, con correzione degli stili di vita ed eventualmente con l’utilizzo di farmaci, può contrastare questa progressione.
Secondo Idf, un test più rapido, la cui validità scientifica è provata, può agevolare la tempestività dell’intervento preventivo e terapeutico: è la valutazione dei livelli glicemici dopo un’ora (anziché due) dalla curva da carico, una sorta di “minicurva”. In pratica, dicono gli autori, si può dare diagnosi di prediabete sopra i 155 mg/dl e di diabete sopra i 209 mg/dl.
Gli autori del documento ritengono questo metodo non soltanto pià rapido, ma anche più sensibile e accurato rispetto alla curva da carico di due ore e all’emoglobina glicata e affermano che vi sono molti studi a sostegno di questa argomentazione.
I valori di glicemia dopo un’ora, anziché due, dalla somministrazione di glucosio
Idf ha rilevato che, con la “curva breve”, valori di 155 mg/dl a digiuno in persone con normale tolleranza glicemica, quindi non diabetiche, a un’ora dalla somministrazione di glucosio, sono altamente predittivi di una possibile progressione verso il diabete di tipo 2, complicazioni micro e macrovascolari, apnea ostruttiva notturna, fibrosi cistica legata al diabete, disfunzione metabolice, steatosi epatica. Con valori di 209 mg/dl si può stabilire diagnosi di diabete di tipo 2, disponendo comunque un ulteriore test di conferma.
Giorgio Sesti (Società italiana di medicina interna): “La ‘minicurva’ rappresenta un metodo più pratico e sensibile per ‘catturare’ un maggior numero di soggetti a rischio di sviluppare diabete franco e di riconoscere più precocemente i soggetti con diabete già conclamato”.
Il presidente della Società italiana di medicina interna Simi Giorgio Sesti (ordinario di Medicina interna all’Università di Roma La Sapienza e già presidente della Sid) ha accolto il documento di Idf con soddisfazione: “I nuovi criteri diagnostici alla prima ora della curva da carico -osserva- consentono di individuare precocemente i soggetti ad aumentato rischio di diabete o già diabetici, che sfuggono a questa diagnosi con gli attuali criteri diagnostici (glicemia a digiuno < 100 mg/dl, glicemia a due ore dal test di tolleranza al glucosio (Ogtt) < 140mg/dl, emoglobina glicata < 5,7%). Questo significa che sarà possibile formulare la diagnosi di diabete e di prediabete attraverso una ‘minicurva’ da carico glucidico di appena un’ora (anziché le due ore attuali)”.
“Ma soprattutto -fa notare Sesti- consentirà di intercettare una serie di soggetti che i criteri attuali non permettono di individuare né come prediabetici, né come diabetici. La ‘minicurva’ rappresenta un metodo più pratico e sensibile per ‘catturare’ un maggior numero di soggetti a rischio di sviluppare diabete franco e di riconoscere più precocemente i soggetti con diabete già conclamato”.
Si può arrivare alla diagnosi quasi due anni prima rispetto ai metodi attuali
Sesti spiega anche per quali ragioni il test rapido, basato sulla glicemia dopo un’ora, permette di scoprire diabete o prediabete molto prima rispetto agli esami utilizzati abitualmente sinora: “La ‘minicurva’ consente di individuare soggetti con prediabete che sarebbero sfuggiti, con i criteri diagnostici attualmente in uso, alla diagnosi e dunque alla messa in atto di una prevenzione efficace. Inoltre, studi longitudinali hanno dimostrato che l’innalzamento della glicemia alla prima ora della curva da carico di glucosio avviene più precocemente nel corso naturale della malattia diabetica ovvero quasi due anni prima dell’innalzamento della glicemia alla seconda ora”.
Giorgio Sesti, anni fa, nel 2015, con Teresa Vanessa Fiorentino, associata di Medicina interna all’Università Magna Graecia di Catanzaro, aveva pubblicato uno studio specifico che dimostrava come la glicemia alla prima ora della curva da carico di glucosio fosse in grado di predire con buona accuratezza il rischio di sviluppare un diabete conclamato entro i successivi 5 anni, anche nelle persone normoglicemiche, cioè con una glicemia a digiuno normale.
“La glicemia alla prima ora della curva da carico -commenta quindi il presidente di Simi- è già da tempo usata per la diagnosi di diabete gestazionale, quindi rappresenta un elemento fisiopatologico importante, finora trascurato. L’iperglicemia precoce, infatti, è già un marcatore di diabete o di aumentato rischio di malattia. Quindi, se è vero che i nuovi criteri diagnostici dell’Idf rappresentano una ‘novità’ nella diagnosi di diabete, l’importanza della glicemia alla prima ora dell’Ogtt è già consolidata da tempo, dal punto di vista fisiopatologico”.
Riportiamo qui un utile riepilogo schematico dei valori glicemici diagnostici secondo i diversi metodi di misurazione.
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