Migliorare l’efficacia e l’efficienza dell’assistenza territoriale offerta alle persone affette da diabete, generando sia benefici per il paziente, che in termini di razionalizzazione delle spese e delle risorse. È questo un obiettivo auspicabile per qualsiasi  sistema sanitario pubblico che funzioni, oggi realizzabile in tempi molto più rapidi anche grazie all’uso delle nuove tecnologie. In particolare, è il Telemonitoraggio ad essere considerato uno degli strumenti fondamentali per la gestione del paziente diabetico. Al punto tale da esser diventato il focus di un Documento di consensus e di indirizzo clinico elaborato dalla Società Italiana di Diabetologia (Sid), insieme all’Associazione Medici Diabetologi (AMD), riunite nella FeSDI, la Federazione delle Società Diabetologiche Italiane. Il documento delinea in modo chiaro e dettagliato i criteri per il Telemonitoraggio nell’ambito del diabete, al fine di assolvere efficacemente alla propria funzione.

DICHIARAZIONE D’USO E PATTO TERAPEUTICO

“Studi sul diabete hanno dimostrato come i sistemi di Telemedicina riducano significativamente i costi di gestione e agiscano positivamente sul controllo metabolico – spiega Angelo Avogaro, Presidente SID e Past President FeSDI -. Il documento di consensus che abbiamo elaborato, delinea il flusso informativo per il Telemonitoraggio in diabetologia, definendone il quadro operativo. I contenuti in esso sviluppati determinano inoltre la “Dichiarazione d’uso” o “Patto Terapeutico” per una comprensione chiara dei benefici clinici prodotti e delle risposte attese dalla persona con diabete”. Nell’ambito della Missione 6 Salute prevista dal PNRR, la Telemedicina assume un ruolo primario per un migliore supporto ai pazienti cronici nella riorganizzazione dell’assistenza territoriale.

LA RIDUZIONE DEL RISCHIO DI COMPLICANZE 

L’utilizzo della Telemedicina, attraverso l’assistenza e il monitoraggio dei pazienti a distanza, offre la risposta sanitaria adeguata alle esigenze di una popolazione con un forte invecchiamento e un aumento delle malattie croniche, consentendo la riduzione del rischio di complicanze, una più rapida disponibilità di informazioni sullo stato di salute, e consentendo di accrescere la qualità e la tempestività delle decisioni da parte dei professionisti sanitari, nonché l’equità nell’accesso ai servizi sociosanitari per le persone fragili o che risiedono in aree logisticamente svantaggiate. Il Telemonitoraggio, in particolare, è una metodologia di gestione del paziente cronico da remoto che rappresenta una naturale estensione di ciò che si fa in ambulatorio e la cui gestione tecnica necessita di una supervisione di natura clinica. Uno specifico bando nazionale ha per oggetto l’implementazione e l’integrazione operativa dell’Infrastruttura Regionale di Telemedicina (IRT) che fungerà da anello di congiunzione tra la Piattaforma Nazionale di Telemedicina (PNT) e i Servizi Minimi di Telemedicina, dovendo poi interfacciarsi con il fascicolo sanitario e i dispositivi dei pazienti per consentire lo scambio dei dati tra i device stessi e l’ambulatorio o la struttura clinica interessata al monitoraggio.

DIABETOLOGIA, UN VOLANO PER LA TELEMEDICINA

Si pone quindi la necessità di individuare criteri di comprovata efficacia e sostenibilità atti a identificare l’idoneità e appropriatezza dei dati generati e inviati dai medical devices, necessari per determinare quegli “avvisi” (advice) utili alla valutazione da parte del clinico. Da qui l’importanza del documento di consensus e indirizzo clinico elaborato da parte di AMD e SID, sotto l’ombrello federativo di FeSDI, con regole e criteri definiti per gestire produttivamente i dati di Telemonitoraggio e gli advice da esso derivanti. Tra le cinque patologie croniche prioritariamente incluse nei servizi di Telemedicina individuati dal PNRR, il diabete è quella interessata dal coinvolgimento del maggior numero di pazienti che, nella quasi totalità dei casi, sono già in possesso a domicilio degli strumenti di misurazione glicemica necessari al Telemonitoraggio. La diabetologia, quindi, può rappresentare un vero e proprio modello apripista, rispetto a tutti gli altri ambiti, nel Telemonitoraggio, proprio grazie alla dotazione tecnologica già ampiamente diffusa nella popolazione con diabete.

PNRR MISSIONE 6

Tra gli aspetti centrali messi in evidenza dal documento di consensus vi è la necessità di integrazione del dato della misurazione parametrica della glicemia con il profilo clinico e la storia clinico-terapeutica di ogni singolo paziente contenuti nella Cartella Clinica Elettronica, in ottemperanza a quanto previsto dal DM del settembre 2022, quadro normativo alla base del PNRR Missione 6 Componente 1. Importante è, inoltre, la fornitura di un quadro clinico completo, invece che il deposito di dati riferiti a rilevazioni di mere glicemie, alla Infrastruttura Regionale di Telemedicina e, quindi, al Fascicolo Sanitario Elettronico. Il documento sottolinea anche la necessità prospettica di disporre di dati di Telemonitoraggio per scopi di survey epidemiologiche. Il Telemonitoraggio unificato alle attività in Cartella Clinica Elettronica rappresenta una modalità di espansione e, allo stesso tempo, di continuità dell’attività ambulatoriale all’esterno dell’edificio di visita in presenza, con notevoli vantaggi nella gestione del paziente e benefici sul piano organizzativo, dalla gestione delle agende ai tempi di attesa.

L’IMPORTANZA DI OFFRIRE TRATTAMENTI TEMPESTIVI

Infine, il quadro clinico integrato di Telemonitoraggio con i dati in Cartella Clinica Elettronica rappresenta uno strumento utile per valutazioni di costo-efficacia degli approcci di Telemedicina e impatto positivo sulla razionalizzazione della spesa e delle risorse. “La strategia più efficace per contrastare il diabete e le complicanze ad esso associate, insieme alle campagne di prevenzione primaria, è trattare precocemente e in modo intensivo sia il diabete che i fattori di rischio cardiovascolari associati – dice Riccardo Candido, Presidente FeSDI e AMD -. Nella situazione di attuale incremento delle persone affette da diabete e da altre malattie croniche con conseguente aumento del carico assistenziale e di cura per i medici, è essenziale stabilire, come avviene con questo documento di consensus, dei criteri chiari perché il Telemonitoraggio possa assolvere efficacemente alla sua funzione principale di monitorare le condizioni cliniche nei pazienti cronici, riducendo l’accesso delle persone alle strutture ed al contempo – conclude – semplificando l’attività del medico e degli altri professionisti, ottimizzando efficacia ed efficienza”.

 

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