Per chi ha il diabete camminare è parte della terapia, è come una medicina da prescrivere, perché, se diventa una pratica costante e regolata, contribuisce a mantenere un buon equilibrio metabolico e una buona salute generale.

Nella terapia del diabete camminare è fondamentale: uno studio Amd-Sid-Sismes indica dodici regole per praticare bene l’esercizio fisico secondo criteri scientificamente fondati.

Un gruppo di studio ha stabilito dodici regole base da seguire per praticare “il buon camminare” e trarne il massimo beneficio in termini di controllo glicemico e di prevenzione di fattori di rischio associati al diabete come sovrappeso, pressione alta, dislipidemia. Allontanando così la possibilità di complicanze gravi, a partire da quelle cardiovascolari.

Il documento si chiama “Walking for subjects with type 2 diabetes” (Camminare per i soggetti con diabete di tipo 2) ed è curato da Associazione medici diabetologi (Amd), Società italiana di diabetologia (Sid) e Sismes (Società italiana delle scienze motorie e sportive) e propone le linee guida pratiche, scientificamente fondate, per svolgere correttamente l’attività fisica, e soprattutto il camminare, con il diabete, in particolare quello di tipo 2 (Autori: Paolo Moghetti, Stefano Balducci, Laura Guidetti, Paolo Mazzuca, Ernesto Rossi, Federico Schena).

Vediamo qui i dodici punti chiave indicati dagli esperti per far sì che nel contrastare il diabete camminare diventi una abitudine proficua ed efficace.

Le 12 conclusioni e raccomandazioni degli esperti per “camminare contro il diabete”.

  1. Camminare migliora il controllo della glicemia nelle persone con diabete mellito di tipo 2: è dunque fortemente raccomandato svolgere una qualche attività di tipo aerobico. Camminare è alla portata di tutti.
  2. Il camminare è una terapia anche per molte delle alterazioni associate al diabete di tipo 2: favorisce la perdita di peso, riduce la pressione arteriosa e aiuta a sentirsi meglio.
  3. Camminare migliora la fitness cardiorespiratoria delle persone con diabete di tipo 2.
  4. Camminare può aiutare contro le complicanze croniche del diabete, in particolare nel ridurre il rischio cardiovascolare.
  5. Si raccomanda di effettuare un allenamento supervisionato e basato su protocolli.
  6. Ma anche la camminata senza supervisione è valida, soprattutto se combinata con strategie motivazionali.
  7. L’interval training può essere consigliato alle persone con diabete, soprattutto alle più giovani e con una buona fitness. Alternare un minuto di camminata veloce a un minuto di camminata lenta (o 3 e 3) è più efficace sul controllo glicemico e sulla fitness cardiorespiratoria della camminata continua.
  8. Il Nordic walking è più efficace della semplice camminata, perché mette in moto non solo le gambe, ma anche la parte superiore del corpo.
  9. Oltre all’intensità e alla durata della camminata va ‘prescritto’ anche il percorso (tipo di fondo e pendenza). Camminare sulla sabbia o in salita comporta uno sforzo che non tutti i pazienti possono affrontare.
  10. Nella prescrizione dell’allenamento va specificato anche il momento della giornata. Camminare dopo un pasto, può aiutare a ridurre i picchi postprandiali di glicemia e la sua variabilità. Vanno considerate anche le interazioni tra i farmaci anti-diabete e l’attività fisica.
  11. Per interrompere la sedentarietà, oltre all’esercizio fisico, andrebbero prescritti dei brevi periodi di camminata a passo veloce (per esempio, 3 minuti ogni 30 minuti passati seduti) che hanno un effetto favorevole sul controllo della glicemia.
  12. La prescrizione di un allenamento basato sulla camminata in tutte le persone con diabete andrebbe preceduta da un’attenta e personalizzata valutazione medica e funzionale.

Moghetti (Sid): “Cambiare lo stile di vita nel diabete è fondamentale nella terapia, oltre che nella prevenzione, di una patologia che ha costi elevatissimi per la persona che ne soffre e per la società. Il cammino è uno strumento semplice, facilmente applicabile in contesti diversi e poco costoso”.

“C’è un bisogno importante -afferma Paolo Moghetti, professore associato di Endocrinologia, all’Università di Verona, e autore del documento in rappresentanza della Sid- di cambiare lo stile di vita nel diabete, perché questo è fondamentale nella terapia, oltre che nella prevenzione, di una patologia che ha costi elevatissimi per la persona che ne soffre e per la società. Il cammino è uno strumento semplice, facilmente applicabile in contesti diversi e poco costoso, che, utilizzato bene, può rappresentare, nella maggior parte delle persone con diabete, un primo passo in questa direzione”.

Purrello (Sid): “Pratiche quotidiane semplici, per esempio il cammino, se praticate seguendo i consigli degli esperti, possono essere molto utili e facilmente praticabili”.

“Le persone con diabete -commenta Francesco Purrello, presidente uscente della Sid- molto spesso associano il concetto di attività fisica con qualcosa di quasi irrealizzabile nella loro vita quotidiana. Tante volte noi diabetologi ci sentiamo dire: ‘Mi piacerebbe iscrivermi in palestra, ma non trovo mai il tempo, ci vado le prime due o tre volte e poi non riesco’. A parte poi il costo, che è tutto a carico dei pazienti. Il pregio di questo documento intersocietario sta proprio nel fatto che mette in luce come pratiche quotidiane più semplici, per esempio il cammino, se praticate seguendo i consigli degli esperti, possano essere molto utili e più facilmente praticabili”.

Rossi (Amd): “L’attività fisica rappresenta un approccio fondamentale, non solo nella cura, ma anche nella prevenzione del diabete mellito tipo 2”. “E non dobbiamo trascurare inoltre l’aspetto psicologico e l’impatto emozionale di una bella passeggiata, soprattutto se in spazi aperti”.

“È noto come l’attività fisica rappresenti un approccio fondamentale, non solo nella cura, ma anche nella prevenzione del diabete mellito tipo 2 -sottolinea Ernesto Rossi, responsabile nazionale per la prevenzione per Amd- Nonostante ciò, sono ancora pochi i servizi di diabetologia ove si prescrive l’attività fisica con un approccio strutturato, ovvero in sicurezza e secondo validati schemi di efficacia. Queste linee guida sul cammino hanno lo scopo di sostenere prescrittori e pazienti in questa direzione, individuando una tipologia di attività fisica come il cammino, non difficile da praticare. Il nostro auspicio è ovviamente quello di poter validare/certificare in tutta Italia dei percorsi ove le persone con diabete possano svolgere questo tipo di attività. Non dobbiamo trascurare inoltre l’aspetto psicologico e l’impatto emozionale di una bella passeggiata soprattutto se in spazi aperti”.

Un altro articolo sull’argomento lo potete leggere qui.