Il diabete è sottovalutato dal sistema politico-sanitario: bisogna fare di più e presto. Questo, in sintesi, è l’appello che medici e pazienti, rappresentati da società scientifiche e associazioni di volontariato, riunite negli Stati generali del diabete, rivolgono alle istituzioni e ai decisori. Un documento con le loro richieste è stato inviato al ministro della Salute Orazio Schillaci, Governo, Parlamento e Regioni.

Secondo 25 società scientifiche e associazioni di pazienti oggi il diabete è sottovalutato dal sistema politico-sanitario: con un documento rivolto al ministro della Salute e a tutte le istituzioni competenti chiedono di fare di più e offrono le loro proposte.

Venticinque società scientifiche e associazioni di pazienti e della società civile, ma anche esponenti del mondo politico, dopo confronti e approfondimenti all’interno degli Stati Generali del diabete (ne abbiamo parlato sul nostro sito qui e qui), hanno elaborato un documento con le loro proposte su come affrontare il diabete più efficacemente di quanto oggi si faccia. Tra i promotori dell’iniziativa, la Fesdi (Federazione delle società diabetologiche italiane, Sid e Amd), l’Università di Roma Tor Vergata e l’Intergruppo parlamentare “Obesità diabete e malattie croniche non trasmissibili”.

I firmatari del documento esprimono innanzitutto il loro profondo rammarico perché, a loro avviso, il diabete è “sottovalutato” e non viene considerato adeguatamente dal sistema politico-sanitario nazionale e regionale, “in un quadro di intervento omogeneo nazionale che garantisca la presa in carico specialistica, interdisciplinare e territoriale della persona con diabete, atta a garantire risposte certe alle criticità che troppo spesso emergono a livello clinico-assistenziale e che riguardano il numero crescente di persone che convivono con il diabete e che coinvolgono le loro famiglie”.

Gli obiettivi globali per il 2030

Gli Stati generali ricordano gli obiettivi globali per affrontare il diabete entro il 2030 adottati in occasione della 75a Assemblea mondiale della sanità:

  • garantire che l’80% delle persone che convivono con il diabete abbia avuto la sua diagnosi
  • che l’80% abbia un buon controllo della glicemia
  • che l’80% delle persone con diagnosi di diabete abbia un buon controllo della pressione sanguigna
  • che il 60% delle persone con diabete di età pari o superiore a 40 anni riceva statine
  • che il 100% delle persone affette da diabete di tipo 1 abbiano accesso all’automonitoraggio dell’insulina e della glicemia di qualità e a prezzi accessibili

Per questo “invitano il Governo, il Parlamento e le Regioni a dar prova di impegno politico e a fissare obiettivi ambiziosi per invertire la tendenza all’aumento del numero di cittadini italiani affetti da diabete e obesità, ridurre le disuguaglianze tra i cittadini italiani e migliorare l’assistenza alle persone affette da diabete e la loro qualità di vita”. Ritengono inoltre indispensabili “politiche e interventi legislativi per il contrasto all’obesità quale malattia che aumenta il rischio di molte altre malattie non trasmissibili, inclusi tumori, malattie cardiovascolari, diabete mellito di tipo 2 e malattie respiratorie croniche”.

Quattro punti essenziali per migliorare l’assistenza e la cura

Il documento programmatico (che potete trovare in versione integrale qui e qui) chiede alcuni interventi concreti e sostanziali, in particolare i seguenti.

  • Una rete endocrino-diabetologica più forte con adeguate risorse e personale per estendere il modello dei team multiprofessionali di medici, infermieri, dietisti, psicologi e podologi sul territorio nazionale (servirebbero 350-400 centri di questo tipo, ognuno dei quali ad assistere circa 15.000 persone). Il tutto sfruttando a pieno il ruolo del diabetologo quale manager della cronicità e intensificando la sua collaborazione multidisciplinare sia con altri specialisti come internisti, cardiologi, nefrologi, neurologi e oculisti, sia con la medicina generale.
  • Un accesso davvero equo e uniforme alle cure in tutto il Paese, al di là della Regione di residenza, della condizione sociale, economica e anagrafica. Ai cittadini vanno garantite le tecnologie più innovative per il monitoraggio del glucosio e la somministrazione di insulina, così come le terapie farmacologiche più avanzate, i cui costi vanno ponderati con il vantaggio di poter ridurre le complicanze del diabete nonché di migliorare la qualità di vita dei pazienti.
  • Maggiori investimenti su prevenzione e diagnosi precoce di tutte le malattie non trasmissibili e in particolare del diabete. Sono necessarie nuove e più impattanti campagne di informazione ai cittadini per la promozione dei corretti stili di vita, nonché ampie iniziative per lo screening. Bisogna insistere sui fattori di rischio modificabili, costruendo ambienti favorevoli alla salute, rendendo l’attività fisica e la sana alimentazione facilmente accessibili.
  • La concreta digitalizzazione del sistema sanitario, venendo incontro alle esigenze degli utenti. Teleconsulti, teleassistenza, educazione terapeutica via web, condivisione di dati clinici sono strumenti che possono contribuire a migliorare la qualità dell’assistenza, aumentandone prossimità e capillarità, e favorendo il continuo dialogo medico-paziente.

A questo punto si attende la risposta della politica.

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