La salute della vista con il diabete deve essere preservata con particolare attenzione per evitare che si sviluppino complicanze oculari serie a danno della retina. La retinopatia diabetica è infatti una delle principali complicazioni di un diabete mal controllato e, in particolare, l’edema maculare diabetico ne rappresenta una delle più gravi manifestazioni, oltre che la più diffusa, dal momento che riguarda, in Italia, circa 200mila persone in cura.

L’edema maculare diabetico scaturisce dall’infiammazione della retina (in particolare della sua parte centrale chiamata macula), causata dall’iperglicemia cronica prolungata (sia nel diabete di tipo 1 sia in quello di tipo 2): questa situazione patologica può portare progressivamente a un calo della vista, a una visione deformata e, nei casi più gravi, in assenza di interventi terapeutici, alla cecità (stime attendibili dicono che l’edema maculare diabetico è la prima causa di perdita della vista nella popolazione tra i venti e i sessantaquattro anni).

Per contrastare le complicanze oculari del diabete, come l’edema maculare, è necessario anzitutto mantenere un buon compenso glicemico nel tempo e sottoporsi a controlli oculistici periodici regolari.

Per una persona con diabete il primo obiettivo da perseguire per prevenire complicanze come la retinopatia diabetica, e l’edema maculare in particolare, è, naturalmente, mantenere un buon compenso glicemico nel tempo, contrastando l’iperglicemia: quindi, rispettando scrupolosamente la terapia prescritta (insulina, farmaci) e i comportamenti salutari (alimentazione corretta, regolare esercizio fisico). Altrettanto importante è poi sottoporsi a regolari visite di controllo agli occhi.

Una sistematica opera di monitoraggio e prevenzione è essenziale per evitare che la complicanza si sviluppi o per lo meno per poterla curare tempestivamente e impedirne l’aggravamento, utilizzando le terapie specifiche (per il trattamento dell’edema maculare per molti anni il laser è stato l’unica cura disponibile, oggi esistono anche terapie farmacologiche iniettive valide che lo specialista può scegliere di prescrivere, valutando la condizione e le esigenze personali del paziente).

Sulla strada dei controlli, della prevenzione e della diagnosi precoce occorre oggi fare di più, se, secondo il Rapporto Arno Diabete 2017, solamente l’8,6% dei pazienti diabetici ha effettuato un controllo della retina nell’ultimo anno, mentre è notorio che circa il 30% delle persone con diabete ha qualche problema alla retina.

A un recente incontro promosso a Milano da Allergan (“Edema maculare diabetico: quando una complicanza diventa patologia”) il professor Francesco Bandello, direttore della Clinica oculistica dell’Università Vita-Salute, Istituto scientifico San Raffaele di Milano, ha sottolineato che l’edema maculare diabetico è “una patologia sottostimata, se si considera che oggi molti pazienti con diabete non sanno di avere questa complicanza e non sono pertanto stati diagnosticati”. La cifra ufficiale di 200mila persone diagnosticate, che non tiene conto del “sommerso”, è quindi inferiore al dato reale di diffusione della complicanza.

Il diabetologo Porta: ““Ogni paziente diabetico, in particolare quelli di tipo 2, dovrebbe sottoporsi regolarmente, almeno ogni 2 anni, a screening per valutare la presenza di retinopatia diabetica e, in caso affermativo, intervenire tempestivamente. Questo allo scopo di trattare questa patologia nei primi stadi di sviluppo, quando la vista non è stata ancora compromessa”.

Il diabetologo Massimo Porta, direttore della struttura complessa di Medicina Interna 1U e responsabile del Centro retinopatia diabetica, Aou Città della Salute e della Scienza, di Torino, raccomanda: “Ogni paziente diabetico, in particolare quelli di tipo 2, dovrebbe sottoporsi regolarmente, almeno ogni due anni, a screening per valutare la presenza di retinopatia diabetica e, in caso affermativo, intervenire tempestivamente. Questo allo scopo di trattare questa patologia nei primi stadi di sviluppo, quando la vista non è stata ancora compromessa, indirizzando così il paziente allo specialista di riferimento”.

Nel corso dell’incontro di Milano sono stati richiamati i risultati del Rapporto civico sul diabete di  Cittadinanzattiva, secondo i quali non c’è ancora un rapporto di comunicazione e collaborazione codificato e sistematico tra il medico di base e lo specialista, che sarebbe invece fondamentale per gestire efficacemente il diabete e prevenirne le complicanze grazie alla forza di un’azione terapeutica e assistenziale multidisciplinare (è la filosofia che sta alla base del team diabetologico – potete approfondire qui e qui). Questo è particolarmente vero per la problematica della salute degli occhi e della vista con il diabete, che richiede dialogo e integrazione costanti tra medico di base, diabetologo e oculista.

Dal punto di vista dei pazienti, parla così Tamara Grilli, consigliere nazionale della Fand (Associazione italiana diabetici) e coordinatrice di Fand Lombardia: “La vista è forse il bene più prezioso e insostituibile e la sua perdita è irrimediabile: occorre dunque una vigorosa sinergia fra medici e pazienti, per recuperare una qualità di vita dignitosa per la persona e per i familiari e per la società tutta”.

Di retinopatia diabetica abbiamo parlato recentemente anche qui.