Una definitiva terapia del diabete di tipo 1 non esiste ancora, ma la ricerca non si ferma. L’obiettivo al quale la comunità dei ricercatori e dei diabetici di tipo 1 tende con grande speranza e altrettanta determinazione è la sostituzione delle cellule pancreatiche Beta insulino-secernenti distrutte dal processo autoimmunitario. Malgrado alcuni successi ottenuti con il trapianto di insule umane, il fine di un completo recupero della normale omeostasi glicemica per un tempo indefinito, o almeno sufficientemente lungo, è ancora ben lontano dal suo compimento. Di notevole interesse, ai fini della ricerca di una terapia del diabete di tipo 1 risolutiva, è perciò uno studio condotto da un gruppo di ricercatori americani che hanno utilizzato un protocollo innovativo in sette stadi per differenziare cellule staminali embrionali umane in cellule secernenti insulina capaci di curare il diabete in modelli murini (cioè nei topi).

Con il metodo proposto dagli autori, si ottengono cellule che per il 50% contengono insulina in quantità simile a quella delle cellule Beta, esprimono i classici fattori di trascrizione chiave delle cellule Beta, PDX1 e NKX6, e sono capaci di rispondere in vitro allo stimolo del glucosio e di curare radicalmente il diabete nella esperienza in vivo. I livelli di C-peptide umano raggiunti dopo 4 settimane dalla infusione di 1.25 milioni di cellule differenziate erano simili a quelli ottenuti con l’impianto di circa 4000 insule umane contenenti da 1.4 a 2.0 milioni di cellule Beta (il numero approssimativo necessario per la cura del diabete nel topo) e la normalizzazione piena della glicemia si è ottenuta dopo 40 giorni dall’impianto.

Malgrado l’efficacia delle cellule così ottenute, una analisi rigorosa delle loro caratteristiche ha dimostrato che esistono ancora delle differenze sostanziali rispetto alle cellule Beta insulari, specie per quel che concerne l’immediato adeguamento della risposta insulinica alle rapide variazioni della glicemia in vivo. La strada è tuttavia segnata verso una sempre più completa manipolazione in vitro delle cellule staminali nel loro fisiologico percorso di differenziazione verso le cellule Beta. È lecito sperare che in un futuro, non sappiamo quanto lontano, la medicina rigenerativa possa fornire una risposta definitiva alla terapia del diabete di tipo 1.

Per approfondire: Rezania A et al. Reversal of Diabets with insulin-producing cells derived in vitro from human pluripotrent stem cells. Nature Biotechnology, published online 11 September 2014; doi:10.1038/nbt.3033.

Paolo Brunetti