Sovrappeso e obesità diventano sempre più diffusi in Italia (ma non soltanto) e aumentano il rischio di diabete di tipo 2, ma un calo di peso anche soltanto del 5% diminuisce del 40% le possibilità di sviluppare la patologia. Lo ricorda la Società italiana di diabetologia in occasione della Giornata mondiale dell’obesità (il 4 marzo), sottolineando che il problema esiste (“clinico, sociale, politico-sanitario”), ma che ci sono anche risposte per affrontarlo.
La Sid ricorda che obesità e sovrappeso sono in allarmante aumento e sono associati spesso a diabete di tipo 2, ma che un calo di peso anche moderato diminuisce significativamente i rischi di sviluppare la patologia e migliora emoglobina glicata e pressione.
Diabete e obesità sono fortemente associati (ne abbiamo parlato spesso sul nostro sito, per esempio qui e qui), tanto che si è arrivati a definire la condizione patologica di “diabesità”, e quindi l’aumento del numero delle persone obese nel mondo (800 milioni di persone oggi e 1,9 miliardi previste entro il 2035) implica una crescita anche del diabete di tipo 2.
La Sid fa notare che in Italia il fenomeno è particolarmente preoccupante: il nostro Paese è infatti al quarto posto in Europa per sovrappeso e obesità, dietro Cipro, Grecia e Spagna (dati del “Childhood Obesity Surveillance Initiative” dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ).
Sempre più numerosi i bambini e adolescenti in sovrappeso od obesi
La questione coinvolge sempre di più anche i più giovani: sono in sovrappeso od obesi 8 bambini e adolescenti su 11. Si stima che il 42% dei bambini tra i 5 e i 9 anni sia obeso o in sovrappeso (nell’Unione Europea la media è del 29,5%), mentre nella fascia 10-19 anni si arriva al 31,2% (la media Ue è il 24,9%). A proposito delle cause del fenomeno, va notato che 6 ragazzi su 10 non mangiano ogni giorno né frutta né verdura, non fanno abbastanza sport (95%) e passano almeno 2 ore al giorno davanti agli strumenti digitali (70%).
Attività fisica e sana alimentazione come antidoti
Commenta il presidente della Scoeità italiana di diabetologia Angelo Avogaro: “Un bambino obeso ha il 75-80% di probabilità di diventare un adulto obeso ad alto rischio di diabete. Nel contrasto a questo fenomeno, oltre a una sana e varia alimentazione, serve un’attività fisica quotidiana, in Italia ancora troppo poco diffusa: il 44,8% degli italiani adulti non pratica un adeguato livello di attività fisica, mentre questa percentuale raggiunge addirittura il 94,5 % nei bambini, ponendoci in questo come ultimo Paese Ocse”.
Puntualizza Frida Leonetti, ordinaria di Endocrinologia all’Università La Sapienza – Polo Pontino: “Sappiamo che le persone in sovrappeso hanno un rischio tre volte superiore di sviluppare diabete di tipo 2, mentre nei soggetti con massa corporea superiore a 30 il rischio arriva a sei volte di più negli uomini e 10 volte di più nelle donne”.
I benefici della riduzione dei chili di troppo
Eppure -avverte la Sid- riuscire a ridurre il peso eccessivo anche solamente del 5% abbassa il rischio di sviluppare il diabete tipo 2 del 40% e ha effetti positivi sulla emoglobima glicata e sulla pressione arteriosa.
Infatti, aggiunge Leonetti: “Nei casi in cui l’indice di massa corporea sia alto ma non eccessivo, un calo di peso anche moderato è molto utile e migliora i parametri della glicemia. La chirurgia bariatrica invece rende la malattia più trattabile, con un miglioramento del controllo glicemico e delle condizioni generali della persona, in alcuni casi con una remissione del diabete” (si veda in proposito sul nostro sito qui).
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