Uno studio dell’Università di Pisa e del National Institutes of Health Usa risponde alle due domande

 

Uno studio dell’Università di Pisa e del National Institutes of Health statunitense, pubblicato sulla rivista scientifica “Diabetes” (https://diabetes.diabetesjournals.org/content/69/2/129), cerca di rispondere a due usuali domande sul peso corporeo: “Mangio poco, come mai ingrasso? Sono a dieta perché non dimagrisco?” Risulta che in gioco, al di là di quello che mangiamo, è il nostro specifico profilo metabolico a governare il nostro peso corporeo. In altre parole, le persone con un metabolismo che brucia meno grassi sono più a rischio di sovrappeso e tendono quindi a ingrassare.

“Esistono differenti profili metabolici tra gli individui -spiega Paolo Piaggi, bioingegnere dell’Università di Pisa- cioè soggetti più propensi a “bruciare” i grassi e altri più inclini a “bruciare” i carboidrati della dieta. Questi ultimi, come abbiamo scoperto, tendono a guadagnare più peso nel tempo, dato che non consumano tutti i grassi ingeriti con la dieta (anche se seguono una dieta normocalorica), ma li immagazzinano nel corpo come tessuto adiposo, che nel tempo poi si espande e provoca un aumento di peso corporeo”.

È il nostro profilo metabolico “brucia grassi” o “brucia carboidrati” che determina il mantenimento del nostro peso corporeo

La ricerca, condotta nella clinica del National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases (Niddk) a Phoenix (Arizona, Usa), ha riguardato 79 individui sani di varie etnie. A ciascuna persona è stata misurata la risposta metabolica rispetto a diverse diete ipercaloriche, ricche in carboidrati o in grassi somministrate nell’arco di 24 ore.

 “Il nostro profilo metabolico .conclude Piaggi, tornato in Italia grazie al programma Rita Levi Montalcini e ora ricercatore nel Dipartimento di Ingegneria dell’informazione- dipende quindi dalla genetica, da fattori ormonali, da dieta e stili di vita. Sapere se rientriamo più nella tipologia “brucia grassi” o “brucia carboidrati” può aiutarci a identificare i soggetti maggiormente a rischio di guadagnare peso e consentire così di mettere a punto nuove terapie personalizzate per combattere sovrappeso e obesità.”