Per portare a buon fine una gravidanza con il diabete è essenziale programmarla in anticipo per poter tenere sotto controllo sin dall’inizio la propria condizione in tutte le fasi e allontanare i possibili rischi per la mamma e per il bambino, come anomalie nella crescita del nascituro, sviluppo di complicanze nella madre, ricorso a parto cesareo. Il controllo stretto e assiduo è altrettanto necessario quando il diabete non sia già presente prima del concepimento, ma sia gestazionale, insorga cioè proprio in gravidanza.

Lo ha ribadito ancora una volta l’Associazione medici diabetologi in occasione del recente X Simposio Internazionale Dip (“Diabetes, hypertension, metabolic syndrome & pregnancy”), tenutosi a Firenze, dedicato al tema “diabete, ipertensione e sindrome metabolica durante la gestazione”, nel corso del quale si è ricordato che in Italia ogni anno, su circa 500.000 gravidanze all’anno, 50.000 sono accompagnate dal diabete, cioè una su dieci.

Il diabete in gravidanza può essere pregestazionale (quando una donna diabetica aspetta un bambino) oppure gestazionale (quando il diabete si manifesta proprio nel periodo della gestazione): in entrambi i casi è necessario un controllo tempestivo e assiduo della condizione glicometabolica della futura mamma per evitare complicazioni per la madre e per il bimbo.

Gravidanza con diabete indica situazioni differenti, da trattare però entrambe con la stessa attenzione e con il medesimo rigore: il diabete può essere infatti pregestazionale, nel caso in cui una donna con diabete già diagnosticato si trovi in attesa di un figlio, oppure gestazionale (detto anche Gdm, dall’inglese “gestational diabetes mellitus”), quando una donna non diabetica prima della gravidanza sviluppi il diabete nel periodo della gestazione (solitamente questa condizione, se adeguatamente seguita e controllata, si supera dopo il parto, ma segnala la possibilità di insorgenza di diabete di tipo 2 nella donna negli anni successivi). Per una donna diabetica oppure con diabete gestazionale i rischi in gravidanza sono maggiori che per una donna che non si trovi in una di queste condizioni: per questo il controllo deve essere particolarmente scrupoloso e costante.

Sintetizza il presidente di Amd Domenico Mannino: “Le complicanze per la mamma e il bambino indotte dal diabete possono essere molto serie. Nel caso del diabete pregestazionale, il problema maggiore sono le gravidanze ‘a sorpresa’: una donna con diabete non controllato, che non sa di essere incinta, espone il bambino a un rischio di malformazioni, dovute alla glicemia e agli eventuali farmaci assunti (come statine e ace-inibitori), dieci volte superiore rispetto alla popolazione generale. Nel caso del diabete gestazionale, invece, l’innalzamento della glicemia nella mamma può portare a un eccessivo aumento di nutrienti al feto, che predispone a tagli cesarei, parti pretermine e ad altre serie complicanze della gravidanza. Il Gdm, inoltre, successivamente al parto, aumenta il rischio di sviluppare diabete tipo 2, perché la fisiopatologia delle due malattie è la stessa”.

Amd raccomanda la programmazione della gravidanza per le donne già diabetiche e il controllo assiduo della condizione glicometabolica fin dai primi mesi sia in caso di diabete già presente sia in caso di diabete gestazionale.

Per questo Amd raccomanda la programmazione della gravidanza per le donne già diabetiche e il controllo assiduo della condizione glicometabolica fin dai primi mesi, sia in caso di diabete già presente sia in caso di diabete gestazionale, come chiavi per contrastare i rischi e invita tutti i soggetti coinvolti a impegnarsi su questo fronte. Quindi, sia la futura mamma, sia il marito e gli altri membri della famiglia, sia il team diabetologico devono partecipare tutti insieme alla gestione attiva di un momento delicato come la gravidanza,

Un esperto di gravidanza e diabete qual è il diabetologo Graziano Di Cianni riconferma il concetto: “Il consiglio fondamentale per le donne diabetiche è quello di programmare la gravidanza” al fine di assicurare un buon controllo del diabete sin dall’inizio e per tutte le fasi del processo che porta alla nascita del bambino. “Per quelle che invece ricevono una diagnosi di diabete gestazionale, occorre impegnarsi nel percorso di gestione della patologia, affidandosi a un team diabetologico, e partorire in strutture dotate di terapia intensiva neonatale”.

Per quanto concerne il diabete gestazionale, Di Cianni ricorda poi che, secondo le linee guida italiane, le donne con grandi fattori di rischio, come una grave obesità, che hanno già avuto diabete gestazionale in una precedente gravidanza e che hanno glicemia alterata, dovrebbero essere sottoposte a screening già alla quattordicesima-sedicesima settimana, per diagnosticare la patologia il prima possibile e poterla monitorare in modo rigoroso. Queste pazienti, inoltre, andrebbero seguite con particolare attenzione, anche dopo il parto, per aiutarle a intervenire sui fattori correggibili ed evitare che sviluppino diabete tipo 2”.

Il progetto di formazione di Amd per gli operatori sanitari

Al fine di contribuire a rendere sempre più sicuri gli esiti delle gravidanze con diabete, Amd ha promosso un progetto di formazione chiamato “Giunone 3.0 – Aggiornamento su diabete e gravidanza”, dedicato a diabetologi, infermieri esperti in diabetologia, dietisti, ma anche ostetriche e ginecologi, “volto ad approfondire gli effetti del diabete sulla gravidanza, le possibili implicazioni e complicanze e i metodi per prevenire eventi indesiderati, pesanti in termini di costi umani e sociosanitari”, come spiega Di Cianni.

Di diabete e gravidanza abbiamo parlato più volte sul nostro sito. Alcuni articoli li trovate qui.