Negli Stati Uniti c’è una bella ragazza con il diabete di tipo 1, che cura e controlla con un microinfusore di insulina: non se ne vergogna e non ha paura di mostrarlo agli altri.
Quanto è bella questa ragazza? Abbastanza da vincere nel 2014 il concorso di Miss Idaho (suo Stato natale) e di piazzarsi tra le Top 16 di Miss America 2015. Si chiama Sierra Sandison e ha colpito tanta gente proprio per essersi presentata in passerella per il concorso di bellezza di Miss Idaho con quello “strano” congegno che sporgeva dai suoi slip e che ben pochi spettatori hanno riconosciuto essere un microinfusore di insulina.
Ha sfilato con disinvoltura in passerella con il microinfusore di insulina sul bikini: ha vinto il titolo di Miss Idaho 2014, è entrata tra le Top 16 di Miss America 2015. Un esempio incoraggiante per tante persone con diabete e una battaglia contro tutti i pregiudizi
Non nascondetevi
Sierra, bellissima ventunenne bruna, è oggi un personaggio simbolo della comunità internazionale dei diabetici: ha dimostrato una volta di più che il diabete ben gestito non preclude alcun traguardo, neppure quello di diventare “la più bella”, e si è impegnata personalmente a diffondere un messaggio positivo di incoraggiamento e fiducia per tutte le persone con diabete, esortate a non nascondersi, ma a vivere con serenità la propria condizione: perché chi ha il diabete è una persona come le altre, in grado di fare tutto quello che fanno gli altri. Questo è giusto, è possibile e lei stessa ne è un brillante esempio.
Sierra è diabetica di tipo 1 dall’età di diciotto anni: neppure per lei, come per chiunque, è stato facile ritrovarsi da un giorno all’altro a fronteggiare il problema-diabete, con la prospettiva di doverci fare i conti per tutta la vita. Il primo impatto è stato devastante psicologicamente. Ma il lato confortante della vicenda è che Sierra ha imparato ad affrontare la nuova realtà con tale positiva energia da riuscire a mostrarsi alla sguardo di tutti sorridente, bellissima e con il suo microinfusore di insulina bene in vista.
Il fatto di aver gareggiato (e primeggiato) in un beauty contest senza celare il proprio diabete ha reso Sierra un simbolo positivo per tutti coloro che vivono la medesima condizione, con un riscontro ben al di là delle aspettative grazie alla facilità di comunicazione e informazione consentita oggi da internet. I media americani, da The Today Show a Good Morning America, le hanno dedicato ampio spazio e la sua storia ha trovato eco anche da noi.
Dal rifiuto alla consapevolezza
Sierra Anne Sandison è nata a Twin Fall, in Idaho, uno Stato del nord-ovest degli Usa, ventuno anni fa, nel dicembre 1993, e nel febbraio 2012 ha scoperto di essere affetta da diabete di tipo 1: come è accaduto a tantissime persone prima di lei, la prima reazione è stata di shock e successivamente di rifiuto. Come ha raccontato al quotidiano britannico Daily Mail (www.dailymail.com), ha inizialmente pensato di far finta che la cosa non esistesse e che il diabete potesse sparire da solo così come era comparso. Non un’ottima scelta, naturalmente. E non poteva durare.
Oggi infatti Sierra è una persona consapevole della sua condizione, al punto da essere diventata, con il suo gesto, un punto di riferimento per tanti: la sua foto con il microinfusore di insulina durante la sfilata ha raccolto su Facebook una valanga di “mi piace” e commenti entusiastici e al tempo stesso commoventi, come quello di una madre che le scrive “Questo significa molto per tante ragazzine che usano il microinfusore e anche per le loro mamme!”. Infatti, un’altra mamma ha raccontato come sua figlia undicenne, seguendo l’esempio di Sierra, mostri il suo microinfusore in spiaggia, attaccato al costume da bagno, non solo senza vergogna, ma, al contrario, con orgoglio.
Mostrami la tua pompa
L’approccio alla problematica della Miss americana è molto maturo: lei invita esplicitamente le persone con diabete a venire serenamente allo scoperto, anche postando le proprie foto. In rete ha lanciato un proprio hashtag, #showmeyourpump, cioè “mostrami la tua pompa per l’insulina”, molto seguito. “Tutti noi, diabetici e no -afferma serenamente- abbiamo qualcosa che non corrisponde agli standard di bellezza proposti dai media, e va benissimo: ciò non ci rende meno belli. Non siete meno belle perché portate il microinfusore di insulina”. Sierra è saldamente convinta della bontà della scelta fatta su quel palco e afferma sicura, rivolta a tutte le persone che condividono la sua esperienza: “Io ho affrontato la mia paura di mostrarmi con il microinfusore. Ora voglio vedere il vostro!”. Molti hanno ben compreso il messaggio e hanno cominciato a mettere in rete le loro foto con “the pump” in evidenza. Ne sono arrivate da più di venticinque Paesi diversi, da tantissima gente, che si è sentita come liberata dalle proprie ansie grazie all’iniziativa di Sierra.
La modella ha raccontato che il suo invito è stato raccolto anche da persone non diabetiche, ma con problematiche per certi aspetti simili, come quella ragazza che ha inviato sul web una propria foto in cui si vedevano chiaramente gli apparecchi acustici che indossava per supplire a un difetto dell’udito.
Sierra non è la prima diabetica a vincere un concorso di bellezza (anzi due, avendo conquistato nel 2013 anche il titolo di Miss Magic Valley, una regione dello Stato dell’Idaho): c’era stata, nel 1999, Nicole Johnson, addirittura Miss America. Anche Nicole portò il microinfusore di insulina sul palco, tenendolo però celato sotto il vestito. Sierra si è ispirata proprio a Nicole nel decidere di mettersi in gioco nei beauty contest, facendo però un ulteriore passo in avanti.
L’esempio vince dubbi e incertezze
È d’altra parte giusto rivelare che per Sierra Sandison la scelta di sfilare con il microinfusore non è stata semplice come bere un bicchiere d’acqua, ma questo non fa che sottolineare il suo coraggio: era in conflitto con sé stessa, si chiedeva che cosa avrebbero pensato di lei se l’avessero vista sfilare con l’apparecchio per l’insulina, temeva di apparire “stravagante” (dopotutto, “sono umana”, scherza).
A farle prendere la decisione è stato l’incontro, proprio nel backstage della competizione, con una ragazzina nella sua stessa condizione e piena di paure e incertezze sull’opportunità di usare il dispositivo. Alla giornalista Jeryl Brunner (vedi parade.condenast.com), Sandison ha dichiarato che è stato a quel punto che ha pensato “non importa che cosa penseranno il pubblico, i giudici o le altre concorrenti, devo andare là fuori e mostrarle che sono a mio agio con il microinfusore e che lei può fare lo stesso”. E infatti la giovane amica quella sera stessa decise di seguire l’esempio di Sierra e di chiedere alla madre di farle adottare un microinfusore. Un’altra bella testimonianza di questa parte decisiva della storia la potete leggere su www.ardensday.com, scritta da Scott Benner (articolo ripreso anche su www.huffingtonpost.com), che opportunamente così riflette: la scelta di Sierra di non nascondersi, di uscire allo scoperto per dimostrare che chi ha il diabete non è un tipo strano che debba celare la sua condizione è il primo necessario passo per arrivare a una nuova auspicabile fase in cui una ragazza in passerella con un microinfusore di insulina non farà più notizia perché, semplicemente, sarà diventata una cosa del tutto normale.
Non abbiate paura della gente
Per il momento ci troviamo ancora nella fase in cui la visibilità è liberatoria, come per esempio mettere le sue foto su un social media. Anche questa idea è venuta a Sierra dalle sollecitazioni di altri diabetici che avevano saputo della sua vittoria a Miss Idaho 2014. “Non sapevo -confessa- che questo potesse significare così tanto per molte persone”. Ora lo sa e ne è emozionata e contenta: “A volte -ha confidato Sandison alla Brunner- il problema è semplicemente superare la paura che la gente venga a sapere. La mia vicenda è capitata al momento giusto per molte persone e ha offerto loro ciò di cui avevano bisogno proprio in quel preciso momento: è una cosa che mi fa venire la pelle d’oca”.
Jeryl Brunner ha chiesto a Sierra che cosa direbbe a chi pensa di non essere coraggiosa quanto lei. Sandison ha francamente e modestamente risposto: “Li capisco completamente, perché, anche se ho ricevuto grande attenzione dai media per la disinvoltura con cui porto il mio apparecchio, io a volte ancora ci combatto: ma dico che dovete ricordarvi che non importa che cosa pensano gli altri o che cosa scrivono i giornali, voi siete belli. E la gente finirà per convincersi che lo siete”. Chi l’ha eletta Miss Idaho e chi l’ha votata tra le sedici bellissime di Miss America 2015 ne è più che persuaso.
L’aiuto degli altri
“Spero -ha detto ancora Sierra- che le ragazze che vedranno le mie foto non pensino “io non potrei mai fare come lei”, perché io non sono una supermodella, sono soltanto una ragazza che lavora duro per ottenere ciò che vuole. A loro dico: qualsiasi sogno tu abbia, puoi realizzarlo”. Lei stessa ha dovuto a suo tempo subire le cattiverie dei compagni di scuola che scommettevano sul fatto che lei non avrebbe mai avuto un fidanzato (una scommessa che ci pare incredibile, guardando le sue foto), ma ha anche trovato il sostegno e la fiducia di sua cugina (a sua volta Miss Idaho Teen Usa), sempre stata convinta che anche Sierra sarebbe potuta essere una regina di bellezza.
La storia di Sierra è quindi anche un bel caso di quanto contino l’esempio e l’incoraggiamento che vengono dagli altri: Sandison ha trovato in Nicole Johnson e nella cuginetta solidale motivazioni per battersi per i propri obiettivi ed è poi a sua volta diventata un modello e un riferimento per altre persone, che hanno trovato in lei aiuto e conforto per fronteggiare i loro problemi.
Un impegno sociale
Ormai per Sandison si tratta di una battaglia sociale, con l’obiettivo di allargare la consapevolezza e la conoscenza intorno al diabete e spazzare via ogni confusione sull’argomento..
La sua esperienza va considerata un successo, ma Sierra non nasconde che vi sono anche state critiche e polemiche verso la sua scelta. C’è stato chi, fuorviato da pregiudizi, non ha capito il gesto e le ha rimproverato di avere tenuto un comportamento esibizionista volendo mettersi sotto i riflettori in quanto diabetica. Addirittura -racconta Sandison- qualcuno l’ha accusata di voler rendere “glamorous” il diabete, farlo apparire come qualcosa “alla moda”, magari incoraggiando bambini e bambine a correre a comprare dolciumi per farselo venire”. Discorsi ridicoli, dice bene Sierra, perché il diabete di tipo 1 è una patologia autoimmune “e non abbiamo alcuna possibilità di controllo sulla sua insorgenza”. Tutte le sciocchezze che possono essere state dette sono però state spazzate via dalla sua vittoria su altre 19 bellissime ragazze e soprattutto dal grande e meritato consenso che le è arrivato da tante persone con diabete che da oggi si sentono meno sole e più sicure di sé stesse.