Lo sport contro diabete e obesità può essere una risorsa importantissima, efficace proprio come parte di una terapia e di una strategia di prevenzione. Da questo punto di partenza è nato il protocollo d’intesa appena firmato da un autorevole gruppo, costituito da società scientifiche, rappresentanti del mondo dello sport e del Parlamento, per promuovere l’attività fisica e sportiva, ancora troppo poco praticata in Italia.
Sport contro diabete e obesità: firmato un protocollo d’intesa per promuovere l’attività fisica e sportiva come mezzo per incentivare la pratica di stili di vita salutari.
Il protocollo, siglato a inizio aprile 2023, è frutto di un’intesa tra Coni (Comitato olimpico nazionale), Fesdi (la Federazione delle società scientifiche di diabetologia, che riunisce Sid-Società italiana di diabetologia e Amd-Associazione medici diabetologi), Intergruppo parlamentare Obesità e Diabete.
I promotori dell’iniziativa sono convinti del ruolo fondamentale, accertato da studi e ricerche, di una regolare attività motoria nella prevenzione e nella cura di diabete e obesità e nello stesso tempo constatano che, nonostante i suoi acclarati benefici, l’esercizio fisico è poco praticato.
Infatti, secondo i dati di Eurobarometro, nell’Unione europea il 45% della popolazione afferma di non fare mai esercizio fisico o di non praticare sport. Inoltre, una persona su tre fa attività fisica in misura inadeguata. L’Italia non è tra i Paesi più brillanti sotto questo aspetto, dato che il 56% dei cittadini afferma di non fare mai attività sportiva.
Eppure, non mancano i dati che confermano quanto siano efficaci attività fisica regolare e sport contro diabete, obesità e altre patologie non trasmissibili.
Secondo il rapporto “Step up!” di Oms (Organizzazione mondiale della sanità) e Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), con un aumento dell’attività fisica a 150 minuti a settimana, si eviterebbero in Europa 11,5 milioni di nuovi casi di malattie non trasmissibili entro il 2050, tra cui: 3,8 milioni di casi di malattie cardiovascolari; un milione di casi di diabete di tipo 2; oltre 400.000 casi di tumore (spesso associati proprio a obesità e iperglicemia).
Gli impegni del protocollo d’intesa
Per tutte queste ragioni il protocollo si propone di lanciare campagne di informazione, sensibilizzazione e screening su sport, diabete e obesità. L’intesa si situa nel contesto della campagna “Il diabete una malattia molto Comune”, lanciata da Fesdi, Sid e Amd in occasione della Giornata mondiale del diabete, il 14 novembre 2022, e che prevede anche un accordo in materia con l’Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani.
In particolare, Coni, Sid e Amd si impegnano a lavorare insieme per:
- promuovere l’attività sportiva, fisica e motoria come strumento di prevenzione
- sensibilizzare l’opinione pubblica su patologie croniche come diabete e obesità
- dare visibilità alla promozione di stili di vita sani e attivi
- dare vita a iniziative comuni per lo studio e la formazione nell’ambito della salute e della pratica sportiva, dell’attività fisica e motoria come coadiuvanti nei processi di cura delle persone con diabete e con obesità, favorendone il pieno inserimento in tutti i contesti riguardanti la pratica sportiva ed eliminando qualunque forma di discriminazione e diseguaglianza sociale
I presidenti della Società italiana di diabetologia (Angelo Avogaro) e della Associazione medici diabetologi (Graziano Di Cianni) aggiungono dati e considerazioni scientifiche al quadro generale.
23 milioni di italiani in sovrappeso
Avogaro (Sid): “I numeri italiani sono impressionanti: circa 23 milioni di concittadini sono in sovrappeso e il 12% è obeso. Oggi tutte le malattie croniche non trasmissibili come diabete, malattie cardiovascolari, obesità e tumori sono fortemente legate all’ambiente urbano, in cui l’esercizio fisico è più sporadico, se non addirittura assente per la scarsa camminabilità che fa prevalere gli spostamenti in auto o con i mezzi pubblici. Per questo l’ipotesi formulata dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, di inserire l’attività fisica nei Livelli essenziali di assistenza è pienamente condivisibile. L’alleanza siglata con il Coni, l’Amd e l’Intergruppo parlamentare Obesità e Diabete è fondamentale per sensibilizzare gli italiani riguardo all’importanza di introdurre a ogni età l’esercizio fisico nel proprio stile di vita”.
Per il diabete tipo 2 l’obesità è il principale fattore di rischio
Di Cianni (Amd): “La prevenzione attiva, intesa come l’adozione di sani comportamenti alimentari e contrasto della sedentarietà, rappresenta un pilastro imprescindibile per la riduzione dell’incidenza delle malattie croniche non trasmissibili come diabete e obesità. Come medici dobbiamo essere i principali promotori di sani stili di vita soprattutto verso le persone con diabete tipo 2, per le quali l’obesità è il più importante fattore di rischio e sul quale è essenziale intervenire in maniera tempestiva e, laddove possibile, in chiave preventiva. In quest’ottica, preoccupa da anni il dato sull’aumento dell’obesità infantile, che, come riportato dall’ultima indagine Siedp, colpisce il 10% dei bimbi (circa 700mila fra i 5 anni e i 15 anni) di questi, oltre 150mila sono obesi gravi. È necessario, e non più prorogabile, imprimere un’inversione di tendenza utilizzando tutti gli strumenti a nostra disposizione in sinergia con tutti gli attori coinvolti: il protocollo va proprio in questa direzione”.
Proposte di legge per promuovere l’attività sportiva
Su questo tema l’Intergruppo parlamentare “Obesità e Diabete”(presieduto da Roberto Pella e Daniela Sbrollini) ha presentato a fine 2022 una proposta di legge su “Disposizioni per la prevenzione e la cura dell’obesità” che prevede agevolazioni per la realizzazione di impianti sportivi aziendali e la deducibilità delle spese per le attività sportive .
Commenta Sbrollini: “Lo sport è un farmaco che non ha controindicazioni e fa bene a tutte le età. Per questo, recentemente ho presentato un disegno di legge per dare la possibilità a pediatri, medici di medicina generale e specialisti di inserirlo in ricetta medica, così che le famiglie possano usufruire delle detrazioni fiscali. La speranza è che, recuperando attraverso il 730 parte dell’investimento, le persone siano incentivate a impegnarsi in attività positive per la propria salute”.
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