Sport e ipoglicemia non dovrebbero mai incontrarsi: invece, la crisi ipoglicemica costituisce uno dei rischi maggiori per una persona con diabete che pratichi un’attività sportiva o un esercizio fisico di alta o media intensità. La spiegazione di ciò è semplice: fare sport significa consumare energie, quindi “bruciare zuccheri” e conseguentemente far abbassare la glicemia.
Lo sport e l’esercizio fisico regolare sono importanti per tenere sotto controllo la glicemia, ma, siccome ci fanno “bruciare zuccheri”, dobbiamo evitare che il livello scenda troppo.
L’attività sportiva ha anche la funzione, per chi ha il diabete di tipo 1 o di tipo 2, di tenere sotto controllo la glicemia, così come la terapia insulinica o farmacologica e l’alimentazione equilibrata, ma è importante che tutti questi elementi si combinino bene tra di loro senza far scendere troppo il livello di glucosio nel sangue, perché non solo la glicemia alta fa male, ma anche quella eccessivamente bassa è un pericolo.
Questo rischio non deve indurre a rinunciare allo sport, che è uno strumento prezioso per il benessere fisico e psichico delle persone, che abbiano il diabete o no. Occorre però prendere precauzioni ed eseguire gli opportuni controlli per evitare che il livello della glicemia nel sangue si abbassi troppo durante o subito dopo l’attività fisica, in modo da tenere ben separati sport e ipoglicemia.
Per prevenire l’ipoglicemia è opportuno controllarsi la glicemia prima, durante e dopo l’attività fisica: se la vediamo abbassarsi troppo, bastano pochi semplici accorgimenti per ristabilire l’equilibrio prima che appaiano i sintomi più critici.
Per ridurre al minimo il rischio di ipoglicemia (che, se portata alle estreme conseguenze, può condurre sino al coma diabetico), è quindi necessario l’autocontrollo della glicemia, avendo presente quali sono i valori da rispettare: se lo sforzo non è troppo intenso, prima di iniziare la camminata, la partitella di tennis, o una serie di vasche in piscina, è bene che la glicemia resti tra i 120 e i 160 mg/dl. Se però vi accorgete che è al di sotto di 120 mg/dl (perché, per esempio, avete fatto l’iniezione di insulina da poco), è consigliabile l’assunzione di 15 grammi di carboidrati (facilmente reperibili in grissini, fette biscottate o cracker). Un autocontrollo tempestivo permette di intervenire prima che si manifestino i sintomi più critici dell’ipoglicemia (per esempio, sudori freddi, tremori, tachicardia). Tenete presente che l’allarme di ipoglicemia grave scatta al di sotto di 70 mg/dl.
Abbiamo fatto cenno all’iniezione di insulina, terapia fondamentale per il diabete di tipo 1 (ma anche per il tipo 2 di più difficile controllo): in generale, se prevedete di scendere in campo o di salire in bicicletta entro quattro ore dall’assunzione dell’insulina rapida, è meglio che riduciate la dose abituale del 50%. Ricordatevi sempre che la quantità di insulina da assumere dipende da quanto intenso e prolungato sarà l’esercizio fisico che volete praticare.
Se l’attività fisica è di durata significativa (per esempio, una partita di calcio), conviene ritagliarsi una pausa durante il match per eseguire il controllo della glicemia e verificare se quella stanchezza che cominciate ad avvertire dipenda forse dal calo eccessivo della glicemia e sia opportuno assumere zuccheri di pronto impiego come una bevanda zuccherata. La prevenzione è il modo migliore per non far scontrare sport e ipoglicemia.