Sulle app per gestire il diabete l’Osservatorio internazionale My Diabetes Care ha lanciato alcuni mesi fa un sondaggio europeo per verificare quanto siano conosciute e utilizzate dalle persone diabetiche. Il nostro sito tuttodiabete.it ha diffuso l’invito a partecipare, al quale avete aderito numerosi, e ha commentato qui i risultati della parte italiana dell’indagine. Ora vediamo la seconda parte, sintetizzando i risultati (elaborati dalla società specializzata Twig) delle risposte di persone con diabete abitanti negli altri cinque Paesi presi in considerazione dall’inchiesta, cioè Spagna, Francia, Germania, Regno Unito e Polonia, e mettendoli a confronto con quelli italiani.

Come molti di voi già sanno, “My Diabetes Care” è un osservatorio internazionale sulla gestione del diabete, nato dall’esperienza di Editoriale Giornalidea in campo scientifico, e ha come obiettivo quello di contribuire a migliorare la qualità della vita delle persone con diabete, studiando le loro necessità ed esigenze e offrendo loro supporto e informazione su tutto quanto riguarda la loro condizione.

Uno dei mezzi per raggiungere questi scopi è la proposta di questionari come questo primo esempio, dedicato al rapporto tra tecnologia e gestione della patologia, al quale hanno partecipato 4.626 persone con diabete, di cui 1.527 italiane (il gruppo nazionale più numeroso, esito dovuto anche all’esistenza da noi di una community del diabete che gli altri Paesi considerati sembrano non avere). Per tutti i gruppi è emerso un forte interesse per le tematiche diabetologiche, attestato non soltanto dalla partecipazione al questionario, ma anche dalle discussioni e dai confronti registrati su Facebook.

Dietro gli italiani, sono stati i polacchi a far registrare il più alto numero di partecipanti, 755, mentre gli altri si sono attestati in un range compreso tra 549 (Francia) e 629 (Regno Unito) risposte. Come è naturale, la stragrande maggioranza delle persone coinvolte nella survey è, in tutti i gruppi, affetta da diabete di tipo 2. In percentuale, la più elevata quota di rispondenti con diabete di tipo 1 si riscontra fra i polacchi (quasi il 35%). L’età dei partecipanti al questionario è, anche in questo caso senza grande sorpresa, in larga maggioranza superiore ai quarant’anni.

Come prima osservazione generale, Twig nota che, in linea di massima, le persone con diabete di Germania e Polonia sono accomunate da abitudini e comportamenti simili tra loro e parzialmente differenti rispetto al gruppo Italia, Francia, Spagna, Regno Unito. Scendendo nei particolari, si trovano però varie interessanti differenze tra un Paese e l’altro. Vediamo allora più da vicino l’esito dell’indagine.

Sulla conoscenza dell’esistenza di app per gestire il diabete, i diabetici polacchi e tedeschi risultano più informati di italiani, francesi, inglesi e spagnoli.

Gli italiani che affermano di conoscere l’esistenza di applicazioni per smartphone per gestire il diabete e in particolare per la misurazione della glicemia sono meno della metà, il 46,5%. Polacchi (71%) e tedeschi (59%) risultano decisamente più informati, mentre i francesi (45%) hanno un risultato simile a quello italiano, i britannici lievemente inferiore (41%) e gli spagnoli decisamente più basso (34%).

In Italia la fonte di informazione prevalente sulle app è risultata essere la rete (oltre il 50%), con i medici (di famiglia e specialisti) distaccati al 28%. All’estero internet sembra pesare ancora di più: citato da quasi il 67% degli inglesi, da circa il 64% dei polacchi, dal 57% degli spagnoli e dal 51% dei tedeschi. Fa eccezione la Francia: dalle risposte emerge che è stato il medico-diabetologo-endocrinologo a far scoprire l’esistenza delle nuove opportunità tecnologiche per la gestione del diabete al 45% dei rispondenti, mentre internet è citato soltanto dal 30%.

Chi sa che esistono le app di solito ne fa anche uso. Ma le percentuali possono variare anche molto: in Germania gli utilizzatori sono il 51%, in Polonia il 73,5%, in Francia circa il 77%, in Regno Unito l’85%, in Spagna quasi l’88% (più vicina a queste due, l’Italia arriva all’86%).

Pur con differenze tra Paese e Paese, chi utilizza le app per il diabete solitamente ne fa un uso piuttosto frequente ed è convinto di trarne vantaggi e benefici nella gestione della propria condizione.

Gli utilizzatori di app in Italia ne fanno un uso piuttosto intenso, con il 43% che la impiega “molte volte al giorno” e il 22,2% una volta al giorno. Il concetto vale anche per gli altri Paesi, ma con percentuali diverse, più elevate per quanto riguarda l’utilizzo frequente. “Molte volte al giorno” è infatti la risposta del 52% dei francesi, del 53,5% dei tedeschi, del 59% dei polacchi, del 61% degli inglesi e dell’84% degli spagnoli.

Così come in Italia, anche all’estero chi usa una applicazione per la gestione del diabete è convinto di trarne benefici nel tenere sotto controllo la propria condizione ed è quindi soddisfatto della scelta. Cambiano però, in parte, le valutazioni su quale sia il vantaggio maggiore.

Per gli italiani prevalgono, anche se non drasticamente, l’aiuto a trovare motivazioni per migliorare la gestione del diabete per quanto attiene ad attività fisica, alimentazione eccetera (per il 28,5% circa), a capire meglio se la terapia contribuisce positivamente alla gestione del diabete (per il 27%), ad avere “accesso rapido a informazioni utili, per esempio liste alimentari, e identificare andamenti dei valori (per il 20%).

Molto simili a quelli degli italiani sono i risultati delle risposte francesi, con soltanto qualche piccolo scostamento percentuale di differenza e lo stesso ordine di priorità. Gli inglesi invece accentuano di più l’aspetto motivazionale, al primo posto ma con percentuale più alta rispetto all’Italia (quasi il 32%) e mettono al secondo posto l’accesso rapido a informazioni utili (23,6%). Analoghe a quelle inglesi, sia per preferenze sia percentualmente, sono le valutazioni degli spagnoli.

I tedeschi invece, pur dando valore, alla capacità dell’applicazione di motivare il paziente (citata dal 26% circa), mettono in prima fila, con il 29%, il vantaggio di aiutare a semplificare le operazioni che spesso si rischia di dimenticare (per esempio, il diario delle glicemie, il diario alimentare, i calcoli relativi al bolo di insulina eccetera), un fattore positivo citato invece dal 17% degli italiani.

È quello della semplificazione e della funzione di promemoria il primo beneficio anche per la maggioranza dei polacchi (25,5% circa), i quali però mettono al secondo posto le informazioni utili (poco meno del 25%) e al terzo (con il 20%) le motivazioni ad autogestirsi meglio.

Per informazioni maggiori su My Diabetes Care, potete leggere qui.