Albino-Bottazzo

Albino Bottazzo

La “difesa delle persone con diabete da 0 a 100 anni” è l’obiettivo dichiarato di Albino Bottazzo, nuovo presidente della Fand Associazione italiana diabetici, che succede a Egidio Archero, prematuramente scomparso pochi mesi fa.

Eletto per acclamazione nel corso della trentaquattresima assemblea annuale dell’associazione tenutasi a Isernia (8-10 aprile), il veneziano Bottazzo, laureato in farmacia e già preside di scuola secondaria, è dal 2006 consigliere nazionale della Fand e dal 2010 ne è stato vicepresidente. L’organigramma della Fand (a cui fanno capo 118 associazioni locali in tutta Italia) si completa così: Lorenzo Greco (Molise), è stato nominato vicepresidente vicario; nel consiglio di presidenza sono confermati Gabriella Violi (Calabria) e Felice Gabba (Emilia Romagna) ed entra Stefano Garau (Sardegna); Giacomo Trapani (Sicilia) subentra ad Albino Bottazzo nel consiglio direttivo.

Dopo l’elezione, il presidente Bottazzo ha così delineato il suo programma per il quadriennio che lo vedrà alla guida della Fand: “La mia azione proseguirà nel solco tracciato da Roberto Lombardi, nostro fondatore e padre della Legge 115/87, che tutela le persone con diabete, da Vera Buondonno e da Egidio Archero, con i quali ho collaborato a lungo in questi anni. In estrema sintesi, mi impegnerò su quattro punti: la difesa delle persone con diabete da 0 a 100 anni, perché non esistono forme di diabete diverse, ma solo persone con diabete di tutte le età; la lotta alle gare pubbliche per la fornitura di presidi e strumenti per il diabete, in quanto rappresentano l’antitesi dell’appropriatezza e hanno dimostrato di comportare risparmi inesistenti; la promozione del ruolo di diabetico-guida, formato alla trasmissione delle conoscenze nella gestione della malattia diabetica nei sistemi integrati; favorire la collaborazione, a livello internazionale, con le associazioni di tutela dei diritti delle persone con diabete presenti nella Ue e, per vicinanza culturale, in particolare in Sud Europa”.

“La persona con diabete non è disabile né clinicamente né, tanto meno, giuridicamente. I suoi diritti devono essere tutelati sia in ambito scolastico sia lavorativo”.

Consapevole delle difficoltà che le persone con diabete tuttora incontrano nella scuola, sul lavoro e in altri ambiti della vita sociale, la Fand si richiama all’applicazione effettiva dei principi fissati dalla Legge 115 e del Piano nazionale sulla malattia diabetica. Secondo la Fand, la persona con diabete deve essere messa nelle condizioni di essere responsabile, insieme con i suoi familiari, della gestione della propria patologia e deve essere accompagnata dal Servizio sanitario nazionale, al fine di evitare l’insorgenza di complicanze, che sono il vero rischio di invalidità per chi ha il diabete. Fand tiene ad affermare chiaramente che “la persona con diabete non è disabile: non clinicamente, tanto meno giuridicamente. Devono essere tutelati i suoi diritti sia in ambito scolastico sia lavorativo. Inoltre, devono essere tutelati i genitori dei bambini con diabete, e con altre malattie come asma o epilessia, costretti il più delle volte a occuparsi in prima persona delle necessità di cura e assistenza dei propri figli a scuola. Sia la Legge 115 sia il Piano nazionale attribuiscono alle associazioni un ruolo propositivo, attivo e di controllo sulla presa in carico delle persone con la malattia”.

Tra le questioni più urgenti che stanno a cuore alla Fand vi è quella del costo dei dispositivi medici per le malattie croniche come il diabete. Secondo Bottazzo, “il prezzo di riferimento nazionale per siringhe, aghi, microinfusori, sensori e strumenti per l’autocontrollo domiciliare della glicemia è la giusta soluzione. Il prezzo di riferimento nazionale garantisce un accesso uniforme sul territorio ad apparecchi che sono strumenti di cura, di terapia, che devono rispondere a ben precisi bisogni clinici, diversi da persona a persona. Basta con la malsana idea delle gare regionali, che non permettono di rispettare l’appropriatezza terapeutica, danneggiando le persone con diabete; che lasciano dietro di sé prezzi diversi da Regione a Regione, in spregio al principio della razionalizzazione della spesa; che creano disparità di trattamento tra cittadini di Regioni diverse, dove in alcune sarebbe possibile disporre di dispositivi che in altre sono preclusi, in spregio all’art. 117 della Costituzione che vuole tutti i cittadini uguali di fronte all’assistenza sanitaria”. Di qui l’esortazione al Parlamento a garantire questi principi, “inserendo un semplice richiamo nel nuovo codice degli appalti”.