Diabete sport e salute sono tre parole che “vanno molto bene insieme”, si potrebbe dire, parafrasando la celebre canzone dei Beatles, “Michelle”. A condizione di praticare l’attività fisica più adatta alla singola persona, nei modi e nei tempi adeguati, e seguendo le regole di buon autocontrollo e autogestione del diabete, che implicano, oltre al movimento, l’osservanza della terapia prescritta e dei principi di una corretta alimentazione. E imparando a ben gestire l’equilibrio della glicemia in caso di esercizio fisico e sportivo (in particolare, dei rischi di ipoglicemia e di come evitarli, abbiamo parlato qui e qui).
L’attività fisica regolare è riconosciuta come parte integrante della terapia del diabete (sia di tipo 1 sia di tipo 2), ma troppi adulti con diabete non la praticano.
Di diabete sport e salute abbiamo parlato spesso sul nostro sito (per esempio, qui e qui), ma vale sempre la pena di tornarci sopra, dal momento che l’attività fisica regolare è riconosciuta come parte integrante della terapia del diabete (sia di tipo 1 sia di tipo 2), perché aiuta a mantenere buoni valori di glicemia e quindi buone condizioni generali di salute (senza dimenticare il benessere psicologico che si accompagna al fare sport e movimento). D’altra parte, purtroppo, troppi adulti con diabete non la praticano (secondo l’Aniad, Associazione nazionale italiana atleti diabetici, due terzi delle persone con diabete sopra i 45 anni non ne fa mai).
Il promemoria dei farmacisti francesi
L’occasione per riparlarne ci è data da una interessante guida all’”accompagnamento del paziente diabetico”, edita dal periodico francese “Le Moniteur des pharmacies” (n. 3199/2017), che dedica (insieme con tanti altri altri aspetti della condizione diabetica) anche uno spazio specifico per sintetici consigli e indicazioni utili in materia di diabete sport e salute. In questo caso, come vedete, i suggerimenti provengono dal farmacista, che in Francia (ma sempre di più anche in Italia, come abbiamo visto qui) è considerato come un valido consulente per la persona con diabete, se opportunamente preparato sull’argomento. Ciò, naturalmente, in sinergia con il medico diabetologo, nello spirito del team di cura, che comprende varie figure professionali, ciascuna con il proprio ruolo, in una ottica di costante collaborazione. Infatti, secondo uno studio intitolato “DiabPharmObserv”, realizzato dalla “Maison du diabéte et des maladies chroniques”, citato dal noto quotidiano “Le Parisien” (29.5.2017), in Francia un crescente numero di pazienti diabetici chiede consigli al farmacista e sei su dieci si dichiarano soddisfatti della consulenza ricevuta.
Riassumiamo allora alcune delle indicazioni riportate dalla guida del Moniteur.
• L’attività e l’esercizio fisico sono parte integrante del trattamento del diabete.
• La pratica di una attività sportiva non è controindicata per il diabete di tipo 1. Al contrario. L’importante è imparare ad adeguare la insulinoterapia.
• Per esercizio fisico si intende un insieme di attività di caratteristiche e intensità differenti: dagli spostamenti a piedi o in bicicletta all’attività sportiva professionale, dai lavori di casa agli sport o esercizi programmati.
• L’attività fisica deve essere praticata in maniera progressiva fino ad arrivare ad almeno due ore e mezza di attività di intensità moderata alla settimana e due o tre sessioni settimanali di rafforzamento muscolare.
• L’esercizio muscolare regolare migliora la sensibilità all’insulina.
• Tra gli effetti dell’esercizio fisico regolare vi è la riduzione della emoglobina glicata.
• La pratica di una attività fisica regolare è raccomandata per il controllo dei fattori di rischio cardiovascolare e per prevenire le complicanze del diabete.
• La persona con diabete può praticare quasi tutti gli sport, compresi quelli ad alto livello.
• Alcuni sport sono sconsigliati, per ragioni legate ai pericoli di ipoglicemia: deltaplano, parapendio, paracadutismo, alpinismo in montagna, vela in solitaria, sport meccanici (quelli che comportano l’uso di veicoli a motore).
• Gli sport di combattimento e di forza sono parimenti sconsigliati per il rischio di lesioni alla retina.
• Le immersioni sono possibili a certe condizioni e rispettando un protocollo per limitare il rischio di ipoglicemia.
• Prima dell’attività fisica occorre misurare la glicemia; l’esercizio è da evitare in caso di iperglicemia con chetosi (accumulo di corpi chetonici nell’organismo, in particolare nel sangue).
• A questi suggerimenti va aggiunta la raccomandazione sempre ripetuta dall’Aniad secondo cui “è importante eseguire l’autocontrollo glicemico prima, durante e dopo l’esercizio fisico” (preziosi consigli dell’Aniad li trovate anche qui).
Fare la scelta giusta
Le indicazioni generali vanno, come sempre, applicate e adattate alle caratteristiche della persona con diabete e alle sue condizioni complessive di salute: come in tutti i casi, c’è chi può fare di più e chi deve accontentarsi di fare meno.
Vi sono attività sportive consigliate e altre sconsigliate. L’importante è trovare quella giusta per la singola persona, in base all’età, al tipo di diabete, alla durata della patologia, al grado di compenso metabolico e glicemico, alla capacità acquisita dall’individuo di controllarsi e gestirsi, alla presenza o meno di complicanze.
L’importante è limitare e ridurre la sedentarietà e trovare l’esercizio fisico giusto in base all’età, al tipo di diabete, alla durata della patologia, al grado di compenso metabolico e glicemico, alla capacità acquisita dall’individuo di controllarsi e gestirsi, alla presenza o meno di complicanze. La scelta, quindi, va sempre fatta sotto la guida e il consiglio del diabetologo, a misura del caso personale.
I consigli dell’Aniad
Sul proprio sito, l’Aniad parla infatti di attività “consigliate” e “sconsigliate”, schematicamente indicate così (cfr. “Il programma ottimale di attività fisica per le persone affette da diabete mellito” di Pierpaolo De Feo, Giovanni Annuzzi, Gerardo Corigliano, Gabriele Riccardi).
- Programma di attività fisica per diabetici di tipo 1
Attività consigliate – nuoto, marcia, ginnastica, podismo, ciclismo, sci di fondo, canoa, danza.
Attività sconsigliate – sport di combattimento, sollevamento pesi, immersioni, sport anaerobici puri, sport aerobici di lunga durata a livello agonistico, vela in solitario e sport in cui l’ipoglicemia mette a rischio la vita propria e altrui.
- Programma di attività fisica per diabetici di tipo 2
Attività consigliate – sport di tipo aerobico: podismo, ciclismo, marcia, ginnastica, nuoto, sci di fondo, canoa, danza.
Attività sconsigliate – sport di combattimento, sollevamento pesi, sport anaerobici puri e sport a livello agonistico; per i pazienti in terapia con farmaci ipoglicemizzanti: immersioni, vela in solitario e sport in cui l’ipoglicemia mette a rischio la vita propria e altrui.
L’impegno delle associazioni per lo sport con il diabete
Quanto scritto fin qui sta a indicare che se con il diabete vi sono attività più consigliabili e altre meno, la tendenza è quella a non considerare nulla come assolutamente proibito, in quanto un diabete ben compensato e ben controllato consente alla persona di svolgere le stesse attività di chi non è diabetico. Però, per alcune attività come quelle citate sopra è indispensabile che chi le voglia praticare sia assolutamente nelle condizioni personali, fisiche e di preparazione specifica, per poterle affrontare. E questo non è possibile per chiunque, naturalmente.
Per esempio, a tutti è raccomandato un regolare esercizio fisico, ma non per tutti sono consigliabili attività sportive a livello agonistico: ciononostante, non sono mancati campioni dello sport agonistico che hanno saputo ottenere buoni e a volte anche grandi risultati pur con il diabete, essendo in grado di governare al meglio la loro condizione. E l’Aniad infatti ha tra gli scopi dichiarati nel proprio statuto quello di “favorire tra i diabetici la diffusione dell’attività sportiva e, quando le doti fisiche lo consentono, anche dello sport agonistico”. Opera che l’Associazione ha condotto con successo nel tempo con molti atleti di varie discipline.
Meritano poi di essere segnalati alcuni esempi di associazioni che, con rigore e passione, si sono impegnate per promuovere alcune attività sportive, un tempo ritenute tabù, che una persona con diabete, adeguatamente preparata, seguita e autocontrollata, può invece praticare.
Per esempio, se è vero, come abbiamo visto sopra, che l’alpinismo non è uno sport consigliabile in prima istanza a chi abbia il diabete, sappiamo però che in Italia è stata fondata una associazione chiamata Adiq (Alpinisti diabetici in quota), che ha riunito alpinisti con diabete capaci di escursioni e scalate (in Himalaya, nel Tibet) che molti non diabetici non sarebbero in grado di fare. A dimostrazione che, potenzialmente, una persona con diabete può fare tutto: sempre a condizione, però, di avere una rigorosissima preparazione, una grandissima capacità di autocontrollo e autogestione e un ottimo compenso glicemico e metabolico.
Una citazione merita anche il tema delle immersioni, che sono obiettivamente più impegnative di un giro in bici. L’associazione Diabete sommerso (di cui abbiamo parlato qui) è impegnata da anni a favorire la pratica dell’attività fisica subacquea da parte delle persone con diabete di tipo 1. La stessa associazione ricorda però che, per svolgere questa attività in sicurezza, sono essenziali “stretto monitoraggio dei valori della glicemia, opportuna modulazione della terapia e training specifico”, con certificazione e consulenza del diabetologo. Che sono poi gli elementi fondamentali di un Protocollo di sicurezza messo a punto dall’équipe di diabetologi dell’Associazione.