Cani e gatti con il diabete: non se ne parla spesso, ma può succedere anche a loro e anche loro, come noi, hanno bisogno di cure adeguate. Proprio per il fatto che il fenomeno esiste, ma è sovente trascurato, quest’anno la Giornata mondiale del diabete in Italia ha riservato una serie di iniziative -con l’attiva collaborazione dei veterinari italiani- rivolte ai proprietari di cani e gatti per informarli sulla possibilità che i loro amici animali siano affetti da diabete, su come fare prevenzione, su come riconoscere i sintomi della patologia (Novembre “Mese del Diabete del Cane e del Gatto”: ne abbiamo parlato anche qui).
Quanti sono i cani e gatti con il diabete? Qual è la diffusione della patologia diabetica veterinaria?
Si stima che i cani e gatti con il diabete si collochino in un range di incidenza da uno su 500 a uno su 100. Si ammalano più frequentemente cani e gatti di età media o avanzata, prevalentemente tra 4 e 14 anni. È stata anche osservata una maggiore predisposizione in alcune razze di cani, che hanno più probabilità di essere colpite da diabete mellito: in particolare, si parla di Terrier, Schnauzer nano, Beagle, Labrador, Barboncino, Samoiedo, Golden Retriever, Yorkshire, Pastore tedesco. Una più alta incidenza si è rilevata nelle femmine, soprattutto se non sterilizzate: circa il doppio rispetto ai maschi. Nel gatto sono più a rischio di diabete gli animali in sovrappeso, in età avanzata, quelli sedentari e i maschi non sterilizzati; influiscono anche patologie croniche del pancreas e malattie della tiroide, come l’ipertiroidismo.
Oltre al fattore genetico e all’età, vanno considerati quindi anche fattori di rischio riconducibili allo stile di vita degli animali (come, appunto, obesità e insufficiente esercizio fisico).
Una diagnosi tempestiva e una terapia insulinica adeguata, accompagnata da alimentazione equilibrata e stile di vita sano, permettono a cani e gatti con il diabete di avere una vita normale. Opportuno fare controlli periodici dal veterinario.
Una tempestiva diagnosi e una terapia insulinica adeguata -accompagnate da una alimentazione corretta e stili di vita sani- permettono all’animale diabetico di vivere una vita normale. Naturalmente, è compito del proprietario far sì che il suo amico a quattro zampe abbia una nutrizione equilibrata e trovi tempo e spazio per camminare e correre e, in caso di sintomi sospetti (sete intensa, bisogno troppo frequente di urinare, stanchezza anomala, perdita di peso, occhi opachi nel cane, pelo secco e opaco e assenza di autopulizia nel gatto), possa essere al più presto visitato dal medico veterinario.
Commenta il presidente dell’Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi) Marco Melosi: “Anche in medicina veterinaria il diabete è una patologia frequente e debilitante se non diagnosticata e gestita correttamente. I proprietari devono essere consapevoli che anche gli animali possono ammalarsi di diabete, esattamente come l’uomo e con le stesse dinamiche. Il proprietario spesso porta dal veterinario l’animale per curare questi sintomi e scopre che sono conseguenze del diabete. In questa fase siamo già a uno stadio avanzato della patologia, con ripercussioni importanti e complesse. È necessario, dunque, fare attenzione ai primissimi sintomi, saperli riconoscere e affrontarli precocemente per evitare che possano dare origine a gravi complicanze. Non dimentichiamo che cane e gatto sono pazienti che non parlano, perciò gli occhi del proprietario sono la loro voce”.
Il diabete nel cane e nel gatto è simile a quello degli umani
Aggiunge il professor Federico Fracassi dell’Università di Medicina Veterinaria di Bologna: “Il diabete mellito nel cane e nel gatto è sotto alcuni aspetti paragonabile a quello dell’uomo. La patologia è caratterizzata da un aumento dei livelli di zucchero nel sangue, causato da una carenza di insulina, un ormone prodotto dal pancreas. La concentrazione persistente di alti livelli di zucchero nel sangue può portare a gravi complicazioni, con notevole ricadute sulla qualità e l’aspettativa di vita. Nel cane è molto frequente la cataratta, una progressiva opacizzazione del cristallino che può provocare la cecità. Nel gatto una comune complicazione è, invece, la debolezza degli arti posteriori dovuta a un danneggiamento dei nervi”.
Raccomanda Carla Bernasconi, della Fnovi, Federazione nazionale Ordini veterinari italiani: “La presenza di fattori di rischio deve incentivare il proprietario a sottoporre il proprio animale a controlli periodici. La valutazione iniziale può essere semplicemente l’analisi delle urine per ricercare la presenza di zucchero. Nei casi con risultati positivi o dubbi, il medico veterinario procederà con la diagnosi per valutare i livelli di zucchero nel sangue. Si tratta di procedure semplici e sicure per l’animale. Desidero sottolineare che individuando la patologia precocemente e intervenendo con una tempestiva terapia insulinica, possiamo garantire al nostro animale un’elevata qualità di vita. La terapia farmacologica è di pari importanza rispetto alla dieta e all’attività fisica, che sono alla base anche della prevenzione”.
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