La cura del diabete tipo 2 in Italia fa passi avanti e migliora. Lo attestano gli Annali Amd 2022, la classica pubblicazione dell’Associazione medici diabetologi che periodicamente, dal 2006, fotografa la situazione nel nostro Paese nei suoi vari aspetti, con il supporto di cifre e dati raccolti a livello nazionale dai centri diabetologici.
Secondo gli Annali Amd 2022, la cura del diabete tipo 2 in Italia migliora. I pazienti seguiti dai centri diabetologici controllano meglio i valori fondamentali – emoglobina glicata, colesterolo, pressione- diminuendo così i rischi di complicanze.
Il documento dell’Associazione medici diabetologi (i cui risultati sono stati pubblicati anche sulla rivista scientifica internazionale “Diabetes Research and Clinical Practice”) ha esaminato i dati relativi a oltre 500mila persone con diabete tipo 2, più 37mila soggetti con diabete tipo 1 e 11mila donne con diabete gestazionale, assistiti in 295 centri diabetologici italiani. Si sono osservati, in particolare, i dati sui principali fattori di rischio per la salute dell’individuo, quelli che possono determinare l’insorgere di complicanze gravi del diabete (cardiovascolari, renali, oculari).
I risultati sono confortanti, secondo Amd, perché il 54,6% ha valori di emoglobina glicata che rispettano l’obiettivo fissato (sotto il 7%), il 23% ha buoni valori di pressione arteriosa (inferiori a 130/80 mmHg) e il 34,3% livelli di colesterolo Ldl, quello “cattivo”, inferiori a 70 mg/dl.
Progressi nell’accesso alle terapie più innovative
Si registrano progressi anche nell’accesso alle cure farmacologiche più innovative, di cui le associazoni dei diabetologi hanno più volte in passato lamentato un insufficiente utilizzo (si veda, per esempio, sul nostro sito, qui e qui).
Infatti, oggi, rispetto alla precedente rilevazione degli Annali Amd, appare in aumento la quota di pazienti in trattamento con i farmaci Sglt2i (dal 9,5% al 29%) e i Glp1-Ra (dal 5,8% al 27,5%): si tratta di quei medicinali antidiabete di più recente generazione, utilizzati per il controllo del tipo 2 quando la classica metformina non basta a ottenere il risultato desiderato, prescrivibili oggi anche dal medico di famiglia, oltre che dallo specialista (si veda in proposito sul nostro sito qui e qui).
Una migliore qualità della vita
Giuseppina Russo, coordinatrice del Gruppo Annali Amd. sottolinea proprio questo aspetto: “Di particolare rilevanza il dato sull’accesso ai farmaci innovativi, gli Sglt2i e Glp1-Ra, dalla comprovata efficacia in termini di riduzione del rischio cardiovascolare e renale. Si riduce inoltre la prescrizione e l’utilizzo di sulfaniluree e secretagoghi; mentre il farmaco più prescritto resta la metformina (72%)”.
“Possiamo quindi affermare -afferma Russo- che la comunità diabetologica italiana ha intrapreso un percorso sempre più diretto a contrastare l’inerzia terapeutica. I medici prescrivono con maggiore favore i cosiddetti farmaci innovativi che supportano medici e pazienti a ridurre l’impatto delle complicanze cardio-renali nelle persone con diabete non controllato a beneficio della loro salute e qualità di vita con la malattia”.
I risultati degli Annali (e il riconoscimento del loro valore con con la pubblicazione sull’autorevole “Diabetes Research & Clinical Practice’”) sono accolti con soddisfazione dal presidente di Amd Graziano Di Cianni: “Il lento, ma progressivo, miglioramento dei parametri, l’incremento dell’utilizzo dei farmaci innovativi e la migliore qualità di vita sono elementi che ci rendono particolarmente soddisfatti. Allo stesso tempo è necessario fare un ulteriore sforzo per migliorare l’aderenza alle terapie e ridurre ancora di più il rischio cardiovascolare, che rappresenta la prima causa di morte nelle persone con diabete”.
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