Un bambino con diabete è, nella stragrande maggioranza dei casi, un bambino con diabete di tipo 1, cioè in terapia con iniezioni quotidiane di insulina. Soprattutto all’inizio e anche in ragione dell’età del piccolo, sarà indispensabile che i genitori lo aiutino a eseguire bene l’iniezione e a prendere confidenza con questa pratica, che sarà sua compagna quotidiana per tutta la vita, almeno finché la scienza medica non avrà trovato la cura risolutiva per guarire il diabete.

Ai genitori di un bambino con diabete tocca il duplice compito di insegnare la tecnica delle iniezioni di insulina (che quindi a loro volta avranno dovuto apprendere presso il centro di diabetologia) e di aiutare il figlio ad accettare la sua condizione con serenità. Papà e mamma per primi dovranno perciò sdrammatizzare e convincersi che un diabete ben curato garantisce al loro figlio le stesse possibilità degli altri bambini: possibilità di crescere, avere uno sviluppo normale, raggiungere l’età adulta, dedicarsi a uno sport, completare gli studi, inserirsi nel mondo del lavoro, far carriera, crearsi una famiglia, avere figli, avanzare negli anni fino a una serena vecchiaia. Questi obiettivi sono realizzabili purché il bambino sia coinvolto, giorno per giorno, nella gestione della propria condizione.

Nell’infanzia e poi nell’adolescenza il diabete è spesso instabile: mamma e papà devono essere pronti a cogliere subito i segni di un eventuale squilibrio. I due rischi più immediati sono l’iperglicemia e la crisi ipoglicemica.

Se c’è iperglicemia, lo scompenso metabolico può essere dovuto a una dose inadeguata di insulina, o a un eccesso di alimenti (e in particolare di zuccheri e grassi), ma non di rado anche a stati di stress fisico o psichico-emotivo. È essenziale individuare al più presto un’iperglicemia, evitando che degeneri portando alla pericolosa chetoacidosi. Ci si può accorgere di una iperglicemia se il bambino con diabete accusa una sete eccessiva o chiede di andare più volte in bagno per fare pipì oppure se avverte una stanchezza insolita o un annebbiamento della vista. Il primo rimedio consiste nella somministrazione tempestiva di insulina, dopo avere misurato e accertato l’elevato livello di glicemia.

In caso di ipoglicemia, il bambino o il ragazzo hanno ricevuto una dose eccessiva di insulina oppure hanno mangiato troppo poco oppure ancora si sono cimentati in un’attività fisica troppo intensa e dispendiosa. La glicemia scende e sopravvengono malessere, nausea, sudorazione intensa, a volte perdita di coscienza: finché la persona è cosciente, occorre fargli bere acqua zuccherata, operazione da ripetere dopo 15-30 minuti se la ipoglicemia persiste. Passati i sintomi e recuperata una glicemia equilibrata, è consigliabile dare al bambino una merenda per stabilizzare la condizione. È importante intervenire ai primi sintomi di ipoglicemia, evitando il rischio di perdita o di alterazione dello stato di coscienza: se la situazione è particolarmente grave, occorre richiedere l’intervento del medico, dopo avere provveduto a una iniezione di glucagone (ormone che contrasta il calo della glicemia), che dovrebbe essere tenuta sempre a disposizione per questo tipo di emergenze.

In caso di febbre

Va segnalato, inoltre, che uno stato febbrile aggrava sempre il diabete: anche nel caso di una semplice tonsillite o influenza, il medico deve essere informato, allo scopo di accentuare i controlli ed essere pronto ad adattare dieta e insulinoterapia alla situazione che si verrà a creare.

Occhio agli occhi

Trascorsi cinque anni dalla diagnosi di diabete, ricordatevi di accompagnare vostro figlio dall’oculista per un controllo del fundus oculi, esame da ripetere una volta l’anno: i primi eventuali segni di retinopatia possono essere arginati con la laserterapia.